giovedì 4 aprile 2024

Ottavio Suriani - Bozzeti del villaggio - Lanciano, 1895 - Rocco Carabba, editore

 


In nitida ed elegante veste tipografica ha visto recentemente la luce questo volumetto del Suriani, che, dopo i primi e vari lavori di tanti colti e volenterosi corregionali - fra cui primeggiano il  d'Annunzio, il Ciampoli, il de Nino - viene ad illustrare un'altra parte, ed in forma sempre spigliata e vivace, della vita popolare abruzzese. I bozzetti in parola costituiscono invero altrettante storie di scene realmente accadute: loro pregio essenziale è  quindi la naturalezza, la semplicità, la spontaneità. Leggendoli, la tradizione locale, nel cozzo delle passioni e delle credenze che affannano il nostro popolo, torna perciò a colorire viemmeglio tutto  quell'avvicendarsi di luoghi, di fatti e di sentimenti che nella dipintura giusta e civettuola di tanti angoli di paesaggio, o bene si ricordano a chi li conosce, o si fanno intravedere come un lontano quadro di Salvator Rosa da chi non ha visitato l'Abruzzo che con la immaginazione o sulla carta geografica.

Chiamate pure audace, se volete, l' A. di  bozzetti  a colore regionale, dite pure arditi taluni tentativi; ma voi troverete certo nel libro dell' amico Suriani  il  palpito della vita delle nostre contrade anche tra le così dette complicazioni di psicologia, naturalismo, simbolismo, ecc. Invano vi cercherete la scienza  di  Balzac, la nota verista di Zola, la dolcezza di  Saint-Pierre; avrete invece una impressione tutta nuova, tutta propria, senza lamentare reminiscenze de' bozzettisti e de' novellieri, che pure han fatto da tempo scuola in   Italia: del de Amicis, p. e., questa lettura non vi ricorderebbe che  la verosomiglianza nelle descrizioni ed anche un pochino la spontaneità dialogica e narrativa. Ecco perché i Bozzetti del villaggio  possono dirsi, a mio credere, originali: l'imitazione è suicida - ha detto Emerson - ed il Suriani non ha imitato, egli  à ritratto con fedeltà ed efficacia; ed è cosi che nello splendido orizzonte de' nostri monti e de' nostri piani ha girato lo sguardo, ha osservato, ha colto le impressioni più salienti, ha studiato i caratteri più comuni....

Per noi abruzzesi questi bozzetti rappresentano tanti quadretti di generi: che importa se, lungi da noi, i colori ne sembrano  troppo carichi o troppo sbiaditi? Eppoi,  essi sono scritti per noi, e se le rustiche figure che popolano i nostri paesaggi non si adattano all'ambiente di altre regioni, che colpa ce n'ha l'autore? I bozzetti sono del villaggio, ed il villaggio non è che una pittoresca terricciuola del sano e ridente Abruzzo! D'altronde, quale rimprovero si è mai mosso al Verga per la sua Cavalleria rusticana? Forse che questa non ebbe e non ha più lettori oltre il Faro? Forse che le commedie del Gallina, per non dir d'altri, non oltrepassano il Veneto e le Novelle brianzuole non si leggono tuttora generalmente come le Novelle Siciliane?

- Giorni addietro, per le vie d'una popolosa città d'Italia, girava un giovane e robusto contadino sardo vestito del costume del suo paese; vi era chi ne rideva, e che perciò? Forse che il contadino sardo doveva gettare alle ortiche i propri abiti, per prenderne altri alla foggia del continente?...

I bozzetti del Suriani, dunque, tutto sommato, piacciono ed attraggono, ed il critico che non li trova perfetti convenga almeno che sono una promessa, un bella promessa.

 

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