venerdì 31 ottobre 2014
E' venuta a mancare Serafina Bontempo
Al marito Nicola, ai figli Pietro, Mario, Michele e Renato, alle nuore Enrica, Emilia, Viorica e Gisella, alle cognate, ai cognati, ai nipoti ed i parenti tutti giungano i sensi del nostro più profondo cordoglio.
venerdì 24 ottobre 2014
352 anni fa: il primo pellegrinaggio documentato da Monteodorisio
Il pellegrinaggio
a piedi da Monteodorisio mi ha dato l'idea di una piccola ricerca
documentaria sull'antico pellegrinaggio abruzzese e molisano alla Basilica di
San Nicola di Bari. Sulle origini non abbiamo alcuna documentazione, sia
perché i Libri del Pellegrino cominciano nel 1659, sia perché i pellegrini
erano spinti dalla fede e dall'amore per san Nicola, senza alcuna preoccupazione
di lasciare traccia documentaria della loro devozione.
Per tutto il Medioevo la Basilica di San
Nicola non ha tenuto registri da cui poter ricavare il movimento dei pellegrini.
Persino sui pellegrinaggi di Santa Brigida di Svezia (1366 e 1369) non è
rimasto alcunché (se non li avesse descritti lei stessa nel Libro delle Rivelazioni
non sapremmo nulla).
Soltanto a seguito
delle esortazioni del p. Antonio Beatillo (Historia di S. Niccolò, Napoli
1620) si prese in considerazione la cosa, e dal 1650 i rettori dell'Ospizio
o Ospedale dei Pellegrini cominciarono a registrare sistematicamente
le spese. Per maggiore precisione, dal 1659 si registrarono anche i nomi e la
provenienza dei pellegrini ai quali veniva dato alloggio gratis (pranzo, cena
e pernottamento) per uno, due o tre giorni. Come è noto, questa usanza venne
meno allorché nel 1891 tutte
le proprietà della Basilica furono sequestrate dallo stato, e ai pellegrini
veniva offerto qualche uovo con un panino. Ed anche questo finì verso il 1915,
lasciando soltanto la tradizione del tarallo, che tra l'altro offriva il
vantaggio di poter essere infilato da una corda ed anche trenta o quaranta
potevano essere portati a tracolla dai pellegrini. Inizialmente questi
"Libri dei Pellegrini" (conservati nell'Archivio di San Nicola,
fondo "Ospizio") si soffermano soprattutto sugli stranieri (il
primato spetta di gran lunga ai francesi e ai fiamminghi, talvolta detti
"Fiandresi", seguiti dai polacchi e gente di altra nazionalità). I
più numerosi fra gli italiani sono i Leccesi o Otrantini, seguiti da Siciliani
e Calabresi. Gli accenni ai pellegrini dalla Campania sono poco numerosi e
quelli dall'Abruzzo ancor più sporadici e generici (sono indicati cioè
soltanto come Abruzzesi). Uno dei pochi dalla provenienza ben definita, a
parte qualche beneventano, è tale Gio: Benedetto Locaviello di Campobasso, ricordato
nel registro del 1665 (c. 58).
I vari rettori dell'Ospizio o Ospedale
dei Pellegrini erano tutti molto attenti ad indicare le spese sostenute,
dovendo poi rendicontare alla fine dell'anno (cioè il 31 agosto) al Capitolo
dei Canonici.
La
rendicontazione al 31 agosto nasce dal fatto che l'anno a Bari dalla sua epoca
bizantina (876 dopo Cristo) al primo secolo dell'epoca spagnola (1590 circa)
comincia il 1° settembre. In altre parole, quando a Napoli era il 1° settembre
1590, a Bari era già il 1591. Successivamente, l'amministrazione della
Basilica mantenne questa vecchia datazione, anche dopo che (verso il 1610 e il
1620) anche Bari si adeguò al calendario napoletano, probabilmente perché le
rendite erano soprattutto dalle campagne di Rutigliano, Sannicandro ecc. e quindi
la rendicontazione si regolava sulle rendite agricole, da tempo immemorabile
legate alla festività dell'Assunta (15 agosto).
Mentre erano molto attenti
alle spese, questi rettori avevano una diversa conoscenza della geografia, per
cui alcuni erano più specifici, altri molto generici. Una eccezione la fa
proprio Monteodorisio, che compare già nell' "Esito di Spese per dare à
magnare à Pelegrini", nel Registro 16.
Compilato dall'abate Scipione Calco nel 1672
il registro va dal 1° settembre 1671 al 31 agosto 1672, e menziona tra l'altro
un pellegrino da Monteforte e uno dall'Aquila (c. 27v), tre di Rocca Imperiale
(c. 36), tre di Rotondella d'Apruzzo (c. 39), due di Cerenza e due di S. Vito
delli Schiavi (c. 75). E in questo registro 16, alla c. 41v (5 novembre 1671)
che appare il primo gruppo di pellegrini da Monteodorisio. I quattro
pellegrini si chiamavano: Carlo Raspante - Monteodorisio; Marzia
Ricci, moglie - Monteodorisio; Gio: Bernardino Ricci, fratello - Monteodorisio;
Andriano Ricciardi - Monteodorisio.
Dalla data si comprende che non si tratta della festa di
maggio né di quella di dicembre. Siamo però di fronte ad un documento molto
importante, in quanto attesta che già 333 anni fa i cittadini di Monteodorisio
avevano uno stretto rapporto con la Basilica di S. Nicola.
Il Registro 24, relativo agli anni 1689/90 segnala alcuni
gruppi di pellegrini "Napolitani" e "Appruzesi", senza
specificare meglio il paese di provenienza. Più dettagliato è il rettore
Angiolo Simonelli il quale, nel registro 28 relativo agli anni 1695/96,
specifica il paese, segnalando alcune compagnie di Aversa, mentre nel suc‑
cessivo registro 29 del 1696/97 menziona
paesi come Nola (c. 37v), Tripaldo (Atripalda, cc. 55-57), Pomigliano (c.
55v), Marigliano, Venafro, Casandrina (c. 58), Monteforte (c. 63v).
Ormai però l'idea di essere più dettagliati
sulla località di provenienza cominciava a farsi strada nella mente dei mastri
dell'Ospedale. Bartolomeo Ferri, ad esempio, nel registro 31, relativo
agli anni 1700-1701, cercò di essere più preciso: Vallo di Diano (c. 86v),
Frignano Maggiore e Piccolo (Ce), Ce-lenza (e. 83), Lanciano e Vasto (c. 88,
88v). Nel registro 33 (anni 1702/3) il mastro dell'Ospedale menziona
ancora Lanciano (con tre pellegrini, e. 49), Castelvetrano (c. 57v) e,
soprattutto, con le loro compagnie tre paesi: Aversa, Casal di Prencipe
d'Aversa e S. Cipriano (cc. 65-67). Ed è menzionato anche un gruppetto di
pellegrini dal mio paese, Calitro (c. 44v; anche R 1715, c. 54 e 83). Nei registri
successivi Lanciano e Vasto sembrano avere il primato fra le città abruzzesi e
molisane. Che il movimento dei pellegrinaggi dalla zona abruzzese e molisana
fosse abbastanza intenso è dimostrato da un curioso episodio accaduto nell'anno
1714.
Un tale, spacciandosi da canonico di S. Nicola, si mise
a girare quelle terre, specialmente la diocesi di Boiano (Campobasso),
asserendo che era cascata la fabrica dell'Ospedale de' Pellegrini. Per
parecchi giorni la truffa gli riuscì, raccogliendo non poche elemosine, ma poi
fu scoperto (ABSN, Processi della Curia priorale, fase. 536.1n Saverio Russo, Pellegrini
e casalini a Bari in età moderna, Edipuglia, Bari 1996, p. 116). È chiaro
quindi che la realtà dell'Ospizio di S. Nicola era abbastanza familiare in
tutto quel territorio. Trattasi comunque di notizie sempre molto relative, e
ben lontane dai numeri reali dei pellegrinaggi provenienti sia dal Casertano
che dal Chietino, considerando che da ogni paese ne partivano diverse decine.
Tanto più che difficilmente andavano a chiedere ospitalità alla Basilica. Pernottavano
all'aperto, oppure trovavano ospitalità presso qualche famiglia di Bari Vecchia
che li ospitava per pochi soldi, restringendone molti in una sola camera e con
giacigli improvvisati.
di fr. Gerardo Cioffari OP
domenica 19 ottobre 2014
E' venuto a mancare Francesco Falcone
Alla moglie Filomena, alla figlia Lucia, al genero Massimo, alla nuora Angelina, ai nipoti Francesco, Maria, Federica ed Alessia, alla sorella Consilia, ai cognati ed i parenti tutti giungano i sensi del nostro più profondo cordoglio.
lunedì 6 ottobre 2014
mercoledì 1 ottobre 2014
3 EDIZIONE DEL PREMIO DI POESIA "MONTEODORISIO IN ... VERSI"
Per informazioni contattare la Segreteria del Premio – tel. 0873 316146 – 348 6069358 – 348
5237570 o rivolgersi alla sede della Pro Loco in Via Roma, 33 o presso la Biblioteca di
Monteodorisio in Vicoletto Municipio, 1 nei giorni e nelle ore indicate nella locandina, oppure
consultare il sito: “ www.prolocomonteodorisio.it “ o il Gruppo della Pro Loco su Facebook
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