lunedì 30 gennaio 2012
L'allevamento del maiale
La “cultura del maiale”, continua ad avere nel tempo una sua consistenza, esiste ancora oggi l’abitudine anche in molte famiglie che vivono nei centri urbani di farsi allevare il maiale o comprarlo presso aziende di conoscenti, provvedendo alla macellazione e alla lavorazione delle carni, che solitamente si effettuano nel periodo delle feste natalizie, per poter poi mangiare prosciutto ed insaccati “caserecci”.
domenica 29 gennaio 2012
Gennaio 2007 – gennaio 2012: sono 5 anni che il Nostro Direttore delle poste è con noi a Monteodorisio.
Ricordiamo all’inizio del 2007, portò una ventata di novità che fu apprezzata da tutti, un’aria nuova, un netto cambio di gestione visibile dall’organizzazione dell’ufficio postale, da una serenità nuova nel personale e nella clientela.
Le sue origini monteodorisiane (i più anziani ricorderanno “don” Matteo Scardapane, za Lesene e la devota Letizia), la sua cordialità e la sua competenza lo hanno subito fatto entrare nelle simpatie di tutti noi. Tanto che i risultati di gestione del 2008 hanno portato il nostro Ufficio Postale ai vertici assoluti a livello regionale, notizia riportata da tutti i giornali locali.
Seguendo in posizione di leadership e di avanguardia l’evoluzione di Poste Italiane in questi anni, con la vendita e la proposta di tanti servizi innovativi come quelli di Posteshop, Postemobile, Postevita e Posteassicura, prestiti e quant’altro, oggi il nostro Ufficio Postale si distingue per l’importanza guadagnata in questi anni su tutti i settori della produzione, in particolare su principale, quello dei conti correnti, arrivati a circa il doppio di quelli previsti per un ufficio come il nostro e sono tanti i clienti che lo preferiscono venendo da tutto il circondario per le minori file e l’attenzione ricevuta per le più svariate problematiche.
E come non ricordare anche i due tentativi di rapina sventati con la collaborazione coraggiosa del collega Domenico Paris.
http://ilcentro.gelocal.it/chieti/cronaca/2011/01/20/news/monteodorisio-tentata-rapina-alle-poste-impiegato-mette-in-fuga-un-bandito-armato-3225193
Divertente l’aneddoto della rapina del 2 luglio 2007, quando il rapinatore, presentatosi prima dell’apertura della cassaforte rinunciò alla rapina e il pomeriggio in una passeggiata per Monteodorisio il Direttore si sentì chiedere dalla gente”Direttò, è vero che hai detto al rapinatore ripassa più tardi”
E ulteriori evoluzioni sono in arrivo come l’installazione dello sportello automatico (ATM) della rete Postamat esterno. Il titolare potrà quindi ritirare denaro contante, visualizzare il saldo del Libretto e la lista dei movimenti senza la necessità di recarsi allo sportello dell’ufficio postale, in qualunque giorno dell’anno e in qualsiasi momento della giornata.
giovedì 19 gennaio 2012
San Sebastiano
Il culto di S. Sebastiano, la cui festa cade il 20 gennaio, è di antichissima data in molte parti d' Italia quale protettore protettore della "Pindiure" puntura. Con questo termine italianizzato si intendono le malattie della punta del petto, le malattie respiratorie, per cui si invoca il Santo; l’associazione tra il santo e la polmonite derivava dal fatto che, nel pensiero popolare, le punture delle frecce che trafiggevano il petto del santo erano dolorose quanto le "punte" delle pene causate dalle infiammazioni polmonari nei malati di polmonite.
La statua che oggi vediamo nella chiesa di san Giovanni Battista era venerata nel convento di san Berardino prima della sua soppressione avvenuta nel 1811 "Nel lato destro vi sono due altari uno con il crocifisso e l'altro col quadro di tela con le effige di san Michele e statuetta di marmo di san Sebastiano".
A li venti di gennaio ricorre Santo Sebastiano… Così il canto della tradizione popolare che la sera del 19 di gennaio di ogni anno riecheggiava per le strade di tutti i quartieri mobilitando gruppi di adulti e ragazzini.
Il canto racconta il martirio del santo ordinato dall’imperatore Dioclezano, ma alla fine, com’è nella consuetudine di queste tradizioni, esso ha un’appendice, la richiesta di un omaggio in natura.
Io so sapute ca s’iccise lu porce
Si ni mi lu vu dà ti si pozza fracità.
Si mi dì na saggiccelle
mi li mette a la fissirtelle
Si mi li dì nu ficatazze
i pe quelle ci vai pazze
Di mi li dì nu saggicciotte
i nghi quelle mi ci’abbotte
Si mi li dì na vintricine
chiane chiane mi ci’avvicine
Si mi li dì nu bicchire di vine
s’arvedeme dumanematine.
martedì 17 gennaio 2012
lu Sand'Andunie
Che la festa di Sant'Antonio abate, che cade il 17 gennaio, sia una circostanza importante soprattutto nel mondo contadino è ormai un dato acquisito, come pure la sua persistenza nella tradizione popolare abruzzese; si tratta dell'inizio nel mondo popolare del ciclo di Carnevale.
Quale santo antistregonico e burlone, sant'Antonio anate è ancora molto festeggiato con canti di quastue e residui di sacre rappresentazioni il cui tema centrale è il conflitto tra il demonio tentatore e l'eremita.
Fino a pochi anni fa v'era quasi dappertutto una vera e propria rappresentazione scenica. La vigilia della festa, a tarda ora, faceva il giro del paese, una comitiva, di cui il componente principale raffigurava il Santo anacoreta, con la mantellina, il cappuccio, una fluente barba di stoppa, il bordone e il campanello. Non mancavano poi il diavolo, gli eremiti e anche cinque sei musicanti che accompagnavano il canto del santo, il quale terminava sempre il suo dire con la richiesta di denaro, vino, dolci, polli, formaggio, uova e salsicce:
O salsicce o salsicciotto
Vino crudo o vino cotto,
Sia pur l'osso del prosciutto
Sant'Antonio accetta tutto
E qualche volta era assai pretenzioso:
Ci darete, per assaggio
Cento libbre di formaggio
E, per grande devozione,
Di salsicce un milione.
E specialmente erano desiderate le salsicce, sia perchè "di stagione", sia perché esse si fanno con carne di maiale, l'animale caro a sant'Antonio e quindi si mangiavano ... per devozione.
La rappresentazione scenica si riferisce certamente alle tentazioni subite dal santo, e difatti vi si fa comparire il diavolo.
La stessa richiesta di salami, formaggio e vino e dolci, fatta sempre da un santo anacoreta, che condusse una vita tanto austera, non deve sembrare strana, perché egli fu tentato nel deserto anche con quelle leccornie.
Un'altra tradizione ormai scomparsa era quella del maiale pubblico di sant'Antonio: un maiale, a cui dopo la bendeizione del prete veniva messo un campanellino come segno di riconocimento, veniva lasciato libero di circolare libero durante tutto l'anno per il paese perché diventava del santo, cioè della collettività, e tutti dovevano alimentarlo fino al 17 gennaio dell'anno successivo, quando, ingrassato, veniva sorteggiato in una riffa, il cui ricavato serviva a coprire le spese della festa, mentre un altro maialetto prendeva il suo posto in un analoga cerimonia di consacrazione.
E' venuto a mancare Alfonso Di Giacomo
Alla moglie Concetta, ai figli Maria e Giuseppe, al genero Giuseppe, alla nuora Patrizia, alle sorelle Rita e Margherita, ai cognati, ai nipoti Sebastiano, Concetta, Antonietta, Gabriella ed Emanuele ed ai parenti tutti giungano i sensi del nostro più profondo cordoglio.
giovedì 12 gennaio 2012
E' venuto a mancare Fernando Argentieri
Alla moglie Maria Pia, ai cognati, ai nipoti ed ai parenti tutti giungano i sensi del nostro più profondo cordoglio.
giovedì 5 gennaio 2012
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