8 settembre 1889
Monteodorisio. La scorsa settimana si sono celebrate fra noi, con quella solennità propria né piccoli paesi del nostro Abruzzo, le feste della Madonna delle Grazie. Esse, riuscite a meraviglia, non potevano lasciare nell'animo de' buoni monteodorisiani e dei numerosi forestieri qui venuti per la circostanza, un ricordo più lieto, giacché le illuminazioni, i fuochi d'artifizio, le processioni, gli spari, il vespro, la messa solenne ecc. non potevano produrre migliore impressione. Per le vie c' era un brulicame insolito, una confusione di voci alte e fioche, di tamburi di campane e di musiche.
La processione, sarebbe inutile dirlo, sfilava lentamente, seguita da contadinelle, che avevano quella tinta così bruna e così calda che (mi si permetta aprire una parentesi) infiamma persino il sangue degli anacoreti; tutte avevano delle scintille e del velluto negli occhi; tutte avevano il portamento molle ed ondulato.
I fuochi si componevano di girandole, di razzi, di bombe, che scoppiavano con fracasso nell'aria, ricadendo come una pioggia minuta e luminosa ; di cartocci di bengala che proiettavano luce diversa in ogni dove...
Insomma, la festa di domenica, è riuscita come doveva, grazie all' attività della deputazione, che molto ha promesso e tutto ha mantenuto.
La banda musicale di Casalanguida, diretta dal bravo Malachia, e quella di Tollo sono state instancabili ed han meritato l' elogio di tutti.
Fra i tanti e tanti forestieri intervenuti, abbiamo notato molti vastesi, dal popolano bravaccione allo spensierato damerino; dalla fanatica pacchiana all' elegante signora.
Sul tardi, le luminarie quasi spente, riflettevano ancora un' incerta luce sulle grige mura dell'abitato; le bande chiudevano la festa al suono dell'arietta napolitana e spingole francese; i razzi cessavano di splendere, ed il quadro fantastico si dileguava nella notte...
Nessun commento:
Posta un commento