Il
Vangelo secondo Matteo chiude con i seguenti versetti (Mt. 28, 19-20):
«Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che
vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo». Ciò indica l’esortazione del Cristo all’evangelizzazione e al battesimo
nel nome della SSma. Trinità.
Da
questo punto di vista, il minuscolo bassorilievo altomedievale allocato in un
paramento murario esterno di vico Colameo a Monteodorisio – la velatura di tre
angeli su di una barca (simbolo della navigazione verso la salvezza) che solca
un mare pieno di pesci – ne testimonia la rappresentazione (non va dimenticato,
inoltre, che alcune antiche iconografie presentano il pane eucaristico viene
sostituito dal pesce in quanto codice di Yeshua [Gesù]). Chiaro il
riferimento alla parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci presente
nei quattro vangeli. Va sottolineato, inoltre, che la figurazione angelica
della Trinità è presente già dalla fine di IV secolo (anche se in contesto
eucaristico) nei mosaici di S.Vitale a Ravenna (fig. 1). Quello di «pesce»
è un simbolo derivato dalla traduzione del termine greco ichthýs, a sua
volta acronimo di Iēsous Christos, Theou Yios,
Sōtēr, che in italiano viene reso con «Gesù Cristo Figlio di Dio
Salvatore».
In
buona sostanza, l’allegoria sottesa alla rappresentazione di vico Colameo (databile
probabilmente ai secc. XI-XII) indica il battesimo dei catecumeni nel segno
della Santissima Trinità. Che si collega al titolo della chiesa di S.Giovanni
Battista (ecclesia baptismalis di Monteodorisio), il cui sito originario
doveva essere allocato lì dove sussiste ancora il bassorilievo.
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