lunedì 29 giugno 2020

Vita del Venerabile Servo di Dio Gerardo Majella

Vita 

del Venerabile Servo di Dio 

Gerardo Majella 

Fratello Laico della Congregazione del Santo Redentore 

scritta da Celestino Berruti

Napoli 

Presso Raffaele Miranda

Largo delle Pigne n. 60

1847



Il P. D. Luigi Maria Balducci della Congregazione del SS. Redentore, trovandosi ad eseguire la S. Missione in Monteodorisio nell'Archidiocesi di Chieti, nella sera del 24 novembre 1846 fu assalito da polmonia. Apparsa sulle prime la dispnea, senza tosse, ne dolore sul petto, nel quarto giorno annunziossi sotto al seno del destro lato un dolore ottuso, che si aumentava a misura, che la polmonia progrediva. Benché tutti si ponessero in uso i rimedii dell'arte salutare, pure nel quinto giorno aumentò la dispnea, e sulla sera il morbo annunziossi fatale; poiché si vide un rossore livido nella gota sinistra, che annunziava crescere a passi di gigante il processo infiammatorio del parenchima polmonare dinotando imminente passaggio alla cancrena; una respirazione difficile, corta e strepitosa, polsi molto solleciti ed irregolari, tremore e sussulto del tendini, oscuramento di sensi, perdita di parola, riso sardonico, tinta lutea sul volto, stridore dei denti, labbra coverte da squame brunazze, mani in continua agitazione, vani sforzi per fuggire, orribile rotazione de bulbi de gli occhi, collasso ed infossamento delle tempie. Si continuarono a prodigalizzare tutti gli aiuti medici ; ma ciò non ostante nel 30 novembre proseguiva imponente la descritta fenomenologia, in guisa che l'infermo non potè neanche ricevere tutti i conforti della Religione, atteso il mentovato sbalordimento, e la sua totale incapacità di avvertire: solamente gli fu amministrata la Estrema Sacra Unzione. Da Professori intanto chiamati novellamente a consulto, si prognosticò come ultima la imminente notte del citato dì 30 novembre; quando gli altri Padri e Compagni nella Missione, in mezzo alla tempesta cagionata dall'afflizione, e dal dolore il più desolante, nel raddoppiare le preghiere al Padrone della vita e della morte, ricorsero alla intercessione del loro fratello Gerardo Majella; e questo servo di Dio si degnò di esaudirli.


Infatti uno di essi ricordavasi di portare una corona, con la quale avea toccato le ossa del lodato servo di Dio, e di conservarne ancora una Immagine per sua divozione : ond’ è, che animato dalla speranza la più viva prese l'una e l'altra per applicarle al moribondo P. Balducci. Questi, che per lo innanzi era stato nella più deplorabile aberrazione di mente, al primo tocco degli oggetti espressi , cominciò a conoscere le persone circostanti, ed a riprendere l'uso delle facoltà mentali. Era stato muto per quasi un giorno e mezzo, e riprese man mano l'uso della parola. 

Quello però che più ne conferma nella idea della speciale protezione del Venerabile Fratello in questo fatto, si è, che applicata appena la Immagine suddetta alla fronte dell'infermo , egli aprì gli occhi; ed essendogli stata presentata capovolta, ben seppe notarlo, raddrizzarla, e leggervi la sottoposta iscrizione : ma in ciò fare avvertì, e disselo, che vi voleva il V, cioè Venerabile , volendo alludere alla grande stima di santità, in che era il servo di Dio. È anche degno di riflessione, che il detto Padre riavutosi dal suo mortale abbattimento, e conoscendo la grazia da Dio concessagli ad intercessione di fratello Gerardo, disse a tutti gli altri Padri fra lacrime del più vivo sentimento di tenerezza io fo voto a fratello Gerardo di celebrare ogni anno una messa alla SS. » Trinità per ringraziarla di tanti doni spirituali ad esso fatti. » Finalmente uscito dal pericolo di morte, ai suoi Compagni, che seco rallegravansi a gara, replicò più volte, che sentivasi ispirato dallo stesso servo di Dio a poter ricominciare il corso delle apostoliche sue fatiche: gli fu risposto, che per tutto quell'anno non gli sarebbe stato permesso dalla sua fisica posizione troppo deplorabile, e che anzi glielo proibivano i Medici espressamente; ma egli soggiunse « ebbene farò l'obbedienza, ma io così mi sento ispirato » – Ed il fatto veramente tanto ha dimostrato, perocchè dopo alquanti giorni di convalescenza in Monteodorisio, ed in Pollutri, con meraviglia somma degli stessi medici , il P. Balducci nel 1 Gennaro 1847 riprese in Casalanguida, luogo della stessa Archi diocesi Chietina, con maggior vigore di prima, ed in tutta la loro estensione, le opere del santo Mistero, proseguendo le sante missioni col predicare, e confessare sino al termine prefisso dalle Regole, che fu a 24 Maggio seguente; e noi con gioia dobbiamo attestare di non averlo veduto mai in sì florida salute, come quella in cui lo vedemmo sino alla fine di detto corso di missione.

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