Il popolo abruzzese 20 dicembre 1886
Monteodorisio Dicembre 86
(F. Curci) Il fatto
dell’acqua miracolosa di
Monteodorisio val la pena di essere raccontato.
A circa 50 metri
dal paese v’ha una chiesetta diruta, la quale doveva esser ricostruita non
esistendo in quel comune che la sola parrocchia. Innalzata in onore della
Madonna delle Grazie, la cadente chiesetta sorge a piè del paese in una
posizione aggradevolissima, da poi che, mentre a dritta ed alle spalle è
circondata dal caseggiato di Monteodorisio, a manca la campagna s’avvalla
verdeggiante, coronata in fondo da colline diafane, che si sfumano in un
orizzonte purissimo.
Per i bisogni della
fabbrica che va facendosi fu necessario lo scavamento di un pozzo, il quale
alla profondità di circa otto metri, dette fuori una cert’acqua verdognola,
piuttosto melmosa dal sapore di latte.
Or si racconta,
che, in un certo giorno, un villano, menando a pascolo alcuni maiali, attinse di
quell’acqua e la porse alle assetate sue bestie, sacre a sant’Antonio, le quali
ebbero a morirne non appena bevutane qualche goccia. Qualche giorno dopo varie
pecore, per la medesima ragione, andarono al mondo di là. Era chiaro che la
Madonna non permetteva ai quadrupedi di dissetarsi al pozzo scavato.
L’avvenimento cominciò a fare il giro del paesetto e dei comuni circonvicini.
Più tardi un
pover’uomo, ammalato agli occhi, ebbe la fede
di lavarli con l’acqua prodigiosa, e guarì; quindi uno zoppo camminò, un muto
parlò, un sordo udì…. Le grazie, tanto lungamente ed inutilmente impetrate,
cominciarono a piovere dal cielo sempre per opera e virtù dell’acqua miracolosa,
e con le grazie e le guarigioni, piovvero i donativi alla chiesetta. Fu una
vera baraonda.
I cittadini di
Monteodorisio avevano a loro disposizione il modo di sbarazzarsi dei medici e
degli speziali. L’acqua della Madonna bastava a tutto e per tutti.
Le processioni
cominciarono a seguirsi giornalmente: eran donne, uomini, vecchi, giovani,
fanciulli che traevano dai lontani comuni salmodiando a squarcia gola, ed anche
la cittadinanza di Monteodorisio, per un segno fatto da una certa donna,
dovette indursi a fare la sua brava processione, tanto per calmare le ire della
Vergine, disgustata del poco culto, che le rendevano quei fedeli, fra cui aveva
avuto il ghiribizzo di far sorgere una fonte
di benefizii.
E tutto questo nel
secolo XIX dopo la rivoluzione francese!
Nel raccontare
questi fatti noi non crediamo di far onta alcuna a quella popolazione agricola:
desidereremmo solamente che le classi dirigenti senza pigliare a combattere
rudemente di fronte la buona fede e la cieca superstizione di quelle masse,
venisse con dimostrazioni pratiche a distruggere pian piano il dannoso
fanatismo che le avvolge ed acceca.
E siam sicuri che
tutto questo potrà ottenersi, pensando che in Monteodorisio la famiglia
Suriani, De Cristofaro, Scardapane, Raimondi e tante e tante altre, formano per
intelligenza e serietà di propositi, tale una forza da poter facilmente opporre
una diga alla crescente superstizione della classe poco istruita. Senza dire
che l’ottimo e simpatico giovane messo a capo del comune, il sig. Federico
Scardapane, all’accortezza ed al buon volere accoppia intelligenza ed amore
vivissimo pel vero progresso del paesetto da lui amministrato.
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