martedì 4 febbraio 2014

Il mio paese


Si erge su di un colle il bel paese natio,
splendido, sereno nelle primavere di sogno!
Fu dei Marsi quel conte Odorisio
che diede il nome al monticello mio.
Ma scudo coriaceo fu prima dei Frentani
e saldo baluardo, poi, degli invitti Romani.
E quasi digrada, morbido pendio,
verso la breve pianura ove la strada devia,
scende in tornanti nell'ampio Sinello,
che le spire dirige al mare di Casalbordino.
Poi si ritrae a gomito quando punge la riva.
E' come l'esteta che saggia la bellezza
discute, poi ne penetra l'essenza:
si mescola all'acqua antica,
l'armoniosa ondata amica!

Del paese mio conservo tre echi:
la culla, l'estasi, la fede.

Lascio la mia terra!
Torno alla città che tutto contiene,
al lavoro che non conosce sosta,
tra la gente plagiata che dissacra e discosta.
Reco nel cuore la luce del mare,
i riverberi favolosi delle aurore boreali,
tutto ciò che dalla terra sale
e scuote i cieli  del mio Abruzzo immortale:
forme levigate,
volti rugosi,
immagini scheggiate,
di un mitico mondo inviolato!
Decio Sabellico

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