giovedì 5 aprile 2012

Domenica 8 aprile Santa Messa e fiaccolata in ricordo di Maurizio Natale e di tutte le vittime del terremoto

1 commento:

  1. Appena ho letto questa lettera, affissa anche alle porte dei luoghi sacri della comunità ho provato un senso di angoscia e delusione. Rispetto chi l'ha scritta e il dolore della scomparsa, ma come cristiano non la condivido. In essa ho scorto una profonda mancanza di fede nel mistero pasquale del Cristo che Maurizio ha amato tanto nella sua vita. Quel “purtroppo quella notte sono morto” ferma la speranza e oscura tutte le cose che sono state compiute per Maurizio: Dedicazioni, Messe, fiaccolate... Quasi a dire che la morte ha fermato tutto e non c'è più nulla. Non è cosi! Anche io nella mia esistenza sono stato colpito dal dolore, ma come prete e come cristiano ho sempre pensato alla beatitudine del Cielo e come scrive Sant'Agostino: “Qui (in Cielo) si é ormai assorbiti dall'incanto di Dio e dai riflessi della sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo, quanto piccole e fuggevoli al confronto! Mi é rimasto un profondo affetto per te; una tenerezza che non ho mai conosciuto. Ora l'amore che mi stringe profondamente a te, é gioia pura e senza tramonto.
    Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa, tu pensami così! Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di stanchezza, pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte,
    dove ci disseteremo insieme nel trasporto più intenso, alla fonte inesauribile dell'amore e della felicità”.
    Spero che questo mio scritto non offenda nessuno. La mia intenzione è di illuminare la nostra esistenza terrena con la luce della speranza che viene dal Cristo Risorto. Spero che in questa ottica vivano anche anche tutte le altre famiglie e genitori colpiti dalla morte di persone giovani, e nella nostra comunità di Monteodorisio sono tante. Essi forse non si vedono tante cose dedicate ai loro cari, ma in quel silenzio che ha il sapore quasi della dimenticanza, asciugando i loro occhi dalle lacrime umane vedono la luce di Cristo che è conforto e speranza del loro inqualificabile dolore. Don Graziano, prete.

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