vocabolario del dialetto storico štrèṷsə

venerdì 17 aprile 2015

Organo della chiesa di S. Giovanni Battista





Costruito nel 1757, l'organo della chiesa di S. Giovanni Battista a Monteodorisio fu molto probabilmente opera di Francesco D'Onofrio, nativo di Caccavone (l'attuale Poggio Sannita, in Molise), vista la presenza nello strumento di alcuni elementi che ritroviamo spesso nelle sue realizzazioni, quali il modiglione, la fattura dei tiranti dei registri ma soprattutto la particolare disposizione dei ventilabri del somiere di basseria rivolti verso la parte inferiore della secreta.

L'organo è posto nel transetto, a destra dell'altare maggiore, dove un tempo si trovava l'ingresso princiapale. E' ubicato in una cantoria lignea addossata alla parete e presenta un parapetto mistilineo, convesso al centro, con specchiature corniciate dipinte a finto marmo. Il prospetto è tripartito, diviso da paraste con decorazioni lignee floreali dorate e unito da tre festoni di legatura intagliati e dorati. Ricche decorazioni dorate a motivo vegetale caratterizzano anche il cornicione ondulato.
Le 25 canne cilindriche di facciata sono di stagno e sono distribuite nelle tre campate a formare tre cuspidi (9+7+9) ed appartengono al Principale dal Sib1; presentano il labbro superiore sagomato a mitria e sormontato da punto a sbalzo, le bocche allineate e il profilo piatto.
Lo strumento conta un totale di 389 canne, di cui 366 originali, 1 non originale, 9 più antiche e 13 nuove ricostruite nel restauro.
La tastiera, collocata a finestra, è originale ed è costituita da 45 tasti (Do1 - Do5 con prima ottava scavezza) con diatonici in bosso, caratterizzati da doppia rigatura a secco e frontalini lavorati a semicirconferenze concentriche, e cromatici ricoperti in ebano. Particolari e tipici della foggia dei D'Onofrio sono i blocchi laterali della tastiera lavorati, con articolato profilo mistilineo e senza capotasti.
La pedaliera, a leggio, ha 8 pedali (Do1 - Si1 con prima ottava scavezza) ed è costantemente collegata alla tastiera e priva di canne proprie. I registri, posti direttamente sulla cassa, sono ordinati in due colonne a destra della tastiera, e sono inseriti mediante tiranti con pomoli in ottone tornito; i cartellini sono assenti. Il tiratutti è a tirante con pomello in ottone tornito azionante le file del ripieno a partire dalla Decima quinta.
In un vano al di sotto del piano della cantoria trovano posto i due mantici a cuneo, a 4 pieghe ciascuno, posizionati in maniera particolare uno sull'altro e azionabili manualmente a leva.
Il somiere maestro, chiuso da due ante, è in noce, a tiro, ed è costituito da 45 ventilabri a cuneo con guide laterali e 2 controventilabri per la Zampogna e l'Uccelliera, tutti con chiusura semplice sul tirante con striscia di pelle; le stecche sono 9.
Il somiere di basseria, anch'esso in noce, è chiuso da un'anta unica e contiene 6 ventilabri a cuneo con guide laterali rivolti verso la parte inferiore della secreta.
Sotto il crivello, di legno, trova posto la bocca delle canne interne.
L'uccelliera, ora perduta, era posizionata a sinistra della cassa su proprio supporto, mentre la zampogna è posta dietro il somiere maestro.
Lo strumento è in ottimo stato di conservazione ed è perfettamente suonabile grazie anche al restaurato condotto nel 2005 dalla ditta Inzoli di Crema.

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