vocabolario del dialetto storico štrèṷsə

giovedì 31 marzo 2011

Intitolazione dela Scuola Media di Monteodorisio a Maurizio Natale




Martedì 5 aprile alle ore 11.30 Intitolazione dela Scuola Media di Monteodorisio a Maurizio Natale, saranno presenti il Vescovo di Chieti-Vasto, l'Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Chieti, il Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo di Monteodorisio, ecc.

giovedì 24 marzo 2011

Domenica 27 marzo ore 8,30 tutti a San Berardino per la sistemazione dell'area Pic-nic


Dopo circa un centinaio di anni e forse più è stata ripristinata la festa di S. Bernardino da Siena che si svolge in una chiesetta di campagna a pochi chilometri dell'abitato di Monteodorisio, nella contrada omonima.
La festa si svolgeva il 21 Maggio u.s. È stata per tutti una sensazione di gioia spirituale e fisica, tuffati per una giornata nel verde della campagna primaverile e nell'atmosfera purissima.
Al mattino alle ore 10 il Parroco celebrava la Messa solenne nella chiesetta, cui partecipavano una folla di fedeli con in prima fila le autorità cittadine: Sindaco e Signora, Segretario Comunale ed altre personalità. Il Parroco all' omelia faceva notare che la campagna con la sua necessità continua del Creatore nei suoi diversi cicli è un richiamo per noi al contatto con Dio; aggiungeva che più di un prodotto della campagna viene impiegato dalla chiesa per i suoi riti sacri e anche ciò ci sollecita al ricordo del soprannaturale.
Al pomeriggio alle ore 17 si svolgeva la interminabile processione con la statua del Santo. Veramente suggestiva quella processione tra il verde dei campi, punteggiato dai vivaci colori dei fiori, presso le spighe piene accarezzate dalla brezza serotina.
Peccato che per un inconveniente tecnico non abbiamo potuto fissare nella fotografia quello spettacolo di fede religioso e di folklore locale.
La festa è servita e servirà a far rifiorire più viva la fede nelle nostre campagne.

mercoledì 23 marzo 2011

Il prefetto a Monteodorisio Cerimonia sull'Unità d'Italia



Inizia da Monteodorisio il viaggio del prefetto Vincenzo Greco nei piccoli comuni del Vastese. Il progetto chiamato "Buon compleanno Italia" intende rafforzare il senso di appartenenza e identità culturale dei giovani e dei bambini alla Repubblica. Il Prefetto è arrivato in paese questa mattina alle 10. Subito dopo nella sala museale del Castello, in piazza Umberto I, si è svolta la cerimonia organizzata dal Comune in collaborazione con le Pro loco di Cupello e Contea di Monteodorisio. I protagonisti della manifestazione sono stati soprattutto gli alunni dell'istituto comprensivo di Montodorisio e Cupello. Alla manifestazione è abbinato il concorso scolastico "Buon compleanno Italia". «Sono in programma anche viaggi culturali alla presenza delle massime cariche dello Stato nelle sedi istituzionali, Quirinale e Parlamento», dice il vice sindaco di Monteodorisio, Nicola Piccirilli. «Solo attraverso la conoscenza dello Stato, i giovani potranni divenire i buoni cittadini del futuro».

venerdì 11 marzo 2011

Quasi cronaca di una festa - 1972



Quest' anno la festa della Madonna è accaduta il tre settembre. In realtà, però, Monteodorisio era in festa mariana da una settimana.
Infatti nel pomeriggio dell'ultima domenica di agosto era sfilata la processione, ufficiata dal P. Raffaele, che dalla parrocchia recava la Madonna al suo santuario. Quando la statua ha varcato la soglia della casa sua, è sembrato che un, improvvisa scossa avesse elettrizzato il nuovo rettore, che stava ad attenderla sull'altare, vicino al microfono. Invaso, infatti, da un'improvvisa gioia, ha gridato: «Ecco la Madonna! Entra nella sua casa! Evviva Maria! Sì, salutiamola con amore: Evviva Maria! Evviva Maria! Evviva Maria! ».
L'entusiasmo ha pervaso la folla che gremiva già le navate e tutti quelli che seguivano il sacro simulacro. E gli «Evviva Maria!» hanno riempito la chiesa, son saliti sino alle altissime volte e, crediamo, fino al trono di lei.
Quando la calma è tornata nel tempio ed un religioso silenzio è successo ai clamori devozionali, l'oratore ha tenuto un breve discorso di saluto a tutti; e tutti ha invitati ad onorare la Madonna frequentando la settimana di preparazione. L'invito - dobbiamo confessarlo - non è caduto nel vuoto.
Intanto sono incominciati ad affluire i pellegrini, in gruppi o alla spicciolata.
Venerdì (primo settembre) - fedelissirni all'appuntamento, come in tutti gli anni passati - sono giunti quelli della «compagnia» di Frosolone. Sembravano come lessati dalla stanchezza e dai caldo. Avevano percorso una novantina di chilometri a piedi sotto la sferza canicolare, che aveva ricominciato ad insolentire sugli indifesi viandanti. Stanchi, ma sereni, ma felici; perché certi di avere fatto piacere alla Mamma Celeste, con la loro visita sofferta.
Poi vennero le altre Compagnie dai dintorni vicinissimi, meno vicini e fin dal lontanissimo Bari.
Giunge fra le prime la «compagnia» di Lama dei Peligni. Ha per priora una donna dalla fede indomita e concreta. Si chiama Stella Tartagli.
Da Tavenna (CB) giungono trenta pellegrini sotto la guida di Alessandro Iurescio.
Son pure della provincia di Campobasso i pellegrini di Tornareccio; i quali riconoscono come priore Alessio Carrozza, il tabaccaio del paese.
Con trenta pellegrini viene Lucia Emmanuele, priora della «compagnia» di Acquaviva-Collecroce (CB).
Cianci Giovanni ha portato da Montecilfone (CB) un gruppo di ottanta pellegrini.
Di Gennaro Giovanni ha guidato la «compagnia», numerosissima, di Petacciato.
Altre «compagnie» sono giunte da Montenero di Bisaccia, Casalbordino, Montecilfone bis e torno torno a raggiera sempre più allungabile.
Se non sempre prima nel tempo di arrivo, resta sempre primissima per numero di pellegrini la «compagnia» di Larino, accompagnata dall'intramontabile, priore.
Non appena il campanello-guida delle singole «compagnie» giunge al vigile orecchio di Frate Corrado, egli brandisce la grande croce astile (proprio come i cavalieri medioevali mettevano la lancia in resta); e corre là dove vede il signum della sopravvenente «compagnia». Quando l'ha raggiunta, issa la sua croce; e precede i pellegrini salmodianti a Maria. Fanno, così, tre giri a destra; poi uno a sinistra. Quindi entrano nel santuario. Sull'altare qualcuno rivolge loro la paterna parola di benvenuto. Poi ognuno soddisfa alla propria devozione.

In ultimo si pensa alla parte materiale. E qui - a mio avviso - si verifica la fase più commovente. I pellegrini mangiano e bevono seduti in terra, sui muriccioli del cortile e anche dentro la chiesa (dove passano anche la notte avvolti in lise coperte loro e distesi sul pavimento di marmittoni). E tutto questo con una semplicità che fa invidia; perché li fa sentire come a casa loro, perché nella casa di Mamma Maria.
Non tutti, però, sono venuti a piedi. Anzi ora la maggior parte approfitta dei mezzi che il progresso mette a disposizione di tutti.

La processione
Sabato sera pareva di vedere un interminabile fiume regale, che, spinto, dall'amore mariano, saliva dalle curve dietro al santuario su su per la «via nuova», poi la circonvallazione dietro al castello, la piazza, Capo di Rocca, e via via per tutte le viuzze del paese; che la tradizione ha assegnate come itinerario della processione. Intanto, mentre calavano le ombre serali, la fiumana devota si punteggiava delle variopinte luci dei lampioncini e delle candelette votive. Era uno spettacolo piacevole e dava una lezione di fratellanza devota tutta quella diversità di paesi, riuniti e fusi in un solo amore verso la Madonna.
Quando la processione è rientrata al santuario, era ad attenderla ancora il rettore; il quale ha rivolto ai cittadini e pellegrini tutti un caloroso discorso (che alla fin fine non era altro che la sintesi del triduo predicato) sul tema invito «Fratelli, amiamoci scambievolmente. È in mezzo a noi la Mamma!». La folla ha risposto affermativamente all'invito; ed ha sigillato la volontà di rimanere in calorosa fratellanza lanciando alla madre di tutti un bacio-promessa. Perciò un commovente scoppiettio di baci sinceri è risuonato in tutti gli angoli dell'affollatissimo santuario.
Alla gioia dei lumi, dei canti e delle bande, ad un certo punto si unì la voce dei cieli. Tuoni prolungati e sonorosissimi susseguendosi ai lampi luminosissimi cantarono la gloria della Madre di Dio. Una gradevole frescura fece seguito, perciò, al caldo afoso della giornata.
Intanto nei confessionali appositi, negli angoli della chiesa, in sacrestia ed in ogni luogo adibibile all'ascolto delle confessioni seguitò il lavoro il lavacro delle anime dei devoti. A questo scopo erano venuti da Roma e dai paesi qui vicini tanti rinforzi.
La domenica fu contrassegnata da tante confessioni e comunioni (circa un duemila) e dal sopraggiungere delle «compagnie» ritardatarie, nonché dei pellegrini alla spicciolata.
Alle ore undici ci fu la Solennissima Messa Cantata, celebrata dal superiore del convento. E alla fine della medesima il P. Sigismondi Antonio, cittadino monteodorisiano, pontificò per la processione, che riportava la statua della Madonna nella chiesa parrocchiale.
Ma la festa non era ancora terminata. Giacché per tutta la serata ed in parte anche il lunedì seguitarono ad affluire pellegrini da ogni parte e devoti locali al Santuario della Madonna delle Grazie.
Noi ringraziamo
Dalle colonne di questo Bollettino, come da una stazione radio trasmittente, lanciamo il nostro sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno concorso a rendere devota e bella la festa della Mamma comune!
1°) Innanzitutto ringraziamo i pellegrini; i quali con la loro devozione hanno onorato Maria Vergine e ci hanno lasciato un toccante esempio di Fede praticata.
2°) Le autorità tutte.
3°) I festaroli: Saverio Di Giacomo, Antonio Scardapane, Nicola Scardapane., Tommaso Sciascia, Angelo Fitti, Giovanni Timpone, Giuseppe Zoppi e Filippo Di Lorito. Tutti questi, sotto l'intelligente guida esterna di Gino Urbano, hanno lavorato senza sosta: preparando così bellissirni festeggiamenti cittadini.
4°) Il P. Antonio Sigismondi di Monteodorisio, P. Nazzareno, P. Angelo Crescini, P. Bonifacio Bottoni e Monsignor Russi: tutti assidui al confessionale insieme ad un padre Benedettino ed a un P. Cappuccino dell'Incoronata.
Grazie a Domenico Di Corcia! Grazie a F. Eliseo, F. Giuseppe, F. Raffaele e F. Pietro, disponibili sempre e costanti per ogni lavoro che il vasto programma esigeva.
A tutti costoro, che sono venuti da lontano, va aggiunto il nucleo familiare del Santuario con in più il giovanissimo F. Filippo Di Giacomo; il quale, prima che l'anno volga al termine, partirà volontario Missionario per il Congo.
5°) Un grazie speciale al cantore e sonatore Dante Sabellico e all'ex sacrestano Nicola Falcone. Grazie al giovane Gianfranco Mucci; il quale sotto la guida dell'infaticabile. P. Amedeo ha lavorato tanto in questi giorni e lavora sempre (insieme pure al piccolo, ma tanto giudizioso Antonio Pireddu, Massimo Burracchio e Di Giacomo Giuseppe) per il nostro Bollettino.
6°) Un ringraziamento più lungo, al quale fa certamente ancora eco il P. Visca, vada alle tre graziose signorinette che in tutte le domeniche e feste fanno sentire la loro melodiosa voce nei canti liturgici e nelle letture bibliche con somma serietà e chiarezza. Esse sono: Lucia Mucci, Silvana Di Bussolo e Rosanna Di Stefano. Le medesime, insieme a Colangelo Cristina Silvana, Colomeo Grazia e Cinalli Maria (l'umile e laboriosa Za Maria, che allestisce quotidianamente il desinare alla comunità cenobitica) tengono in ordine i pavimenti ed i banchi del Santuario.
7°) Diciamo anche un sentito grazie a Maria Di Giacomo, Rosina Di Giacomo, Anna Salerno, Assunta Sabatini, Antonietta Scardapane, Terenzia Pasquini, Nina Di Giacomo, Lucia Mucci, Amalia Di Giacomo e Emilia Mucci. Sacrificando gli innocenti svaghi che possono apportare le feste paesane sono state chiuse vicino al Santuario aspettando e servendo i pellegrini desiderosi di portare ai loro paesi ricordi della Madonna ed imploranti preghiere da protrarsi per tutto l'anno.
Facciamo voti che il nostro sentitissimo ringraziamento sia tramutato dalla Vergine Santa in un perenne effluvio di grazie su tutti i nostri collaboratori.

lunedì 7 marzo 2011

Costituzione società sportiva - 1966

Il 28 dicembre 1966 veniva costituita a Monteodorisio la società sportiva «Audax»

Il consiglio della società veniva così formato: Dott. Luigi Di Iorio - Presidente; Alessandro Della Penna - Vice Presidente; Giovanni Sabellico - Cassiere; Francesco Pomponio - Segretario; Dott. Ennio Cupaiolo - Medico Sociale.

La squadra di calcio di detta società partecipa quest'anno al torneo di terza categoria della Lega Nazionale Dilettanti.

Per l'opera instancabile del segretario della società sportiva, Pomponio Francesco e del cassiere, Giovanni Sabellico, il campo di gioco di Monteodorisio è stato ampliato, munito di un comodo spogliatoio, di recinzione interna e di recinzione esterna a muro e colonnine in cemento.

Auguriamo ai Dirigenti e alla squadra soddisfazione e allori.

Gioventù alla ribalta - 1966

In occasione del Natale 1966 la Gioventù Femminile di Azione Cattolica della parrocchia organizzava una rappresentazione scenica di tono natalizio. Si esibivano facendo del loro meglio: Menna Concettina, Costantini Ivana, Fanghella M. Emilia, Ricchezza Rosanna, Vitelli Grazietta, Fitti Rosina, Sangiorgio Anna.
Ugualmente in occasione del Carnevale per iniziativa della stessa G. F. di A. C. venivano rappresentate tre scene umoristiche di grande effetto: «Non più sordi in Locanda», «Cretini... maestro di musica» e «La poltrona infernale». Oltre alle già citate «attrici» prendevano parte all' interpretazione: Sciascia Antonietta, Di Francesco Grazietta, Di Frantesco Maria, Vitelli Iolanda.
Per ambedue le rappresentazioni la sala era gremita in ogni ordine di posti.

giovedì 3 marzo 2011

Domenica 6 marzo Commedia teatrale "Du pallotte casce e ove"

La grande commedia mundrusciana di scena domenica 6 marzo alle ore 20 presso la sala teatro Madonna delle Grazie "DU PALLOTTE CASCE E OVE" una delle più belle ed esilaranti commedie scritta e portata in scena dal settore giovani di Azione Cattolica di Monteodorisio.
INTERVENITE NUMEROSI!!!!!!!

1965 - Fra alcuni giorni risentiremo il concerto completo delle nostre campane

Mundrusciane sfascia campane
mammete è vicchie e file la lane
sorete è giaune e fà puttane
Mundrusciane sfascia campane


Da un notevole numero di anni, ormai, i nostri parrocchiani non hanno più avuto la possibilità di essere allietati dal suono a distesa delle nostre 4 campane della Chiesa parrocchiale a causa di deperimenti e guasti sopravvenuti alle attrezzature di fissaggio e di moto di dette campane.

Il campanone di circa 10 quintali, costruito nel 1911 dalla celebre fonderia Marinelli di Agnone (Campobasso), a cura di un comitato di Monteodorisio composto delle seguenti persone: Sindaco Ottavio Suriani, Arciprete Giuseppe Apollonio, Federico Scardapane, Giuseppe Festa, Marcellino Di Prospero, Alfonso Caprara e Giuseppe Vaini, come risulta dall'iscrizione posta all'esterno della stessa campana, non poteva essere più suonato a distesa da circa 6 anni per uno spostamento dell'asse.

L'antichissima campana costruita nel 1768, posta al lato ovest della torre campanaria, su cui si legge la bella iscrizione in latino: « Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera - Difendici da ogni male » del peso di circa 5 quintali, che era situata nel campanile della demolita Chiesa di S. Francesco in Monteodorisio, non poteva far sentire la sua voce spiegata da circa 30 anni a causa della rottura dell'asse, che consentiva solo il suono a martello. Le vecchie attrezzature di fissaggio e quelle motrici sia delle suddette campane che delle altre due, saranno sostituite con attrezzature moderne di nuovo tipo, le quali consentiranno una manovra agevole di dette campane, senza pericolo, e con un risultato sonoro completo.

La campana che guarda il Levante pesa circa 3 quintali e fu anch'essa fusa nella fonderia di Agnone nell'anno 1887. E' questa la campana dedicata al S. Protettore Marcellino, chiamata dal popolo la campana delle tempeste, perché viene suonata per intercedere dal Signore l'allontanamento delle tempeste nocive alle campagne. Porta impressa in rilievo l'immagine del nostro Santo Protettore e questa bella iscrizione (in latino): «A Marcellino, o popolo, corri e a Lui rimani fedele / Ecco, il Protettore è presente e allontana tutte le nubi / Per devozione del popolo, con raccolta di offerte».

La quarta campana del peso di circa 2 quintali è quella che guarda il Nord, è la più piccola, e fu costruita ad Agnone per devozione del popolo nel 1900.

Quando sentiremo il concerto delle 4 campane a voci spiegate, ricordiamoci di mantenere integra la fede dei nostri padri.

Lacene Verdacchie - Susina verdacchia


La Verdacchia è una delle migliori susine che si conoscano; forse non vi è che la Claudia che le sia superiore. La sua forma è ovale, tondeggiante alla punta, un poco tumeggiante nel mezzo degradante appena verso il picciuolo ove finisce in una punta molto ottusa.
La buccia è verde, e tale si conserva nella massima maturità, ma è velata da un polline bianco, che modificando il verde del fondo, la fa comparire come cinericcia: questo polline sparisce per poco che si maneggi, e allora la buccia riprende nella parte toccata il verde carico e opaco che le è proprio.
La polpa è verde come la buccia, di un tessuto croccante, che si fa sugoso e gentile, quando è nella massima maturità, e che spiega un gusto grazioso e dolcissimo.
Il nocciolo, oblongo come il frutto, è piatto e sottile, e non riproduce la varietà che con molta differenza.
La Verdacchia matura in Settembre. Bisogna coglierla nella sua maggior maturità per sentirne il pregio; poiché, se non è di perfezione, la polpa resta dura e croccante, e non vi si sente il sapore, nè vi si sviluppa il sugo.

Testamento - 1815

Regno di Napoli

Oggi che sono li nove 9 del mese di Dicembre dell'anno mille ottocento quindici 1815, ad ore ventitre 23 in questo comune di Monteodorisio, Provincia di Chieti, Distretto di Vasto. Regnando Ferdinando quarto IV per la grazia di Dio Re di Napoli e Sicilia.
A richiesta fattami per parte del Signor Nicola del fu Giuseppe Antonio Verini di Monteodorisio, ed in esso domiciliato, mi sono di persona conferito nella di lui casa, sita nella Piazza numero cento 100, ove ho trovato lo stesso giacente nel letto infermo di corpo, ma sano di mente.
Il medesimo nel suo retto parlare dubitando di passare all'altra vita intestato, e pensando di voler disporre delle sue facoltà, come col presente suo testamento, che da esso viene da parola a parola dettato a me infrascritto Notaro Arcangelo di Domenico D'Alfonso di Monteodorisio, ed in esso domiciliato ...... al numero primo 1° ai diciassette 17 gennaio milleottocentoquindici 1815, in Monteodorisio nel modo seguente.
Primo 1° voglio che il mio cadavere sia sepolto con giusta pompa di funerali nella chiesa di San Francesco di questo comune di Monteodorisio.
Secondo 2° lascio alla mia cara moglie Feliciangiola del fu Leonardo Di Giacomo che nomino mia Erede universale e particolare tutti i miei beni mobili ed immobili, crediti, azioni diritti di qualunque fonte in piena proprietà ed in usufrutto con poterne vendere, alienare e permutare.
Terzo 3° finalmente lascio per l'anima mia ducati venti 20 di messe da farsi celebrare secondo il piacere della detta mia moglie Feliciangiola Di Giacomo mio Erede universale e particolare.
Rivoco intanto ed annullo ogni altro Testamento forse da me nel passato fatto, volendo, che questa mia ultima volontà debba avere la piena esecuzione.
Il presente testamento è stato in tal guisa dettato e pronunziato dal nominato Signor Nicola del fu Giuseppe Antonio Verini testatore, e da me infrascritto Notaro ..... il suddetto Testatore disteso tutto di mio proprio carattere.
Fatto letto e pubblicato in Monteodorisio in Provincia di Chieti, distretto di Vasto, e propriamente in casa d'abitazione del nominato signor Nicola del fu Giuseppe Antonio Verini, sita in contrada denominata la piazza, e propriamente nella stanza da letto del terzo 3° piano, in presenza del Signor Stefano di Rosario Sangiorgio, di Filippo del fu Matteo Galuppi, di Domenico di Donatangelo Piccirilli e di Cesare di Gennaro delle Donne di Monteodorisio, ed in esso domiciliati testimoni conoscenti il testatore suddetto, rivestiti di tutte le qualità dalla Legge, i quali hanno con me firmato il presente testamento, come anche il nominato Testatore, il quale ha dichiarato di saper scrivere.
Io Nicola del fu Giuseppe Antonio Verini di Monteodorisio ed ivi domiciliato sono testatore.
Io Stefano di Rosario Sangiorgio di Monteodorisio ed ivi domiciliato sono testimonio presente alla dettatura, scrittura e lettura del presente testamento e conosco ch'è il testatore sa scrivere.
Io Filippo del fu Matteo Galuppi di Monteodorisio, ed ivi domiciliato testimonio presente alla dettatura, scrittura, e lettura del presente testamento e conosco che il Testatore sa scrivere.
Io Domenico di Donatangelo Piccirilli di Monteodorisio, ed ivi domiciliato testimonio presente alla dettatura, scrittura, e lettura del presente testamento e conosco che il Testatore sa scrivere.
Io Cesare di Gennaro Delle Donne di Monteodorisio, ed ivi domiciliato testimonio presente alla dettatura, scrittura, e lettura del presente testamento e conosco che il Testatore sa scrivere.
Io Arcangelo di Domenico d'Alfonzo di Monteodorisio, ed in esso domiciliato Regio Notaro, patentato al numero primo 1° a' diciassette 17 Gennaio milleottocento quindici 1815 in questo comune di Monteodorisio ed ho apposto il segno del mio Tabellionato.