Cospirazione diretta a cambiare la forma di governo, istigazione della popolazione a prendere le armi contro il re Vittorio Emanuele, resistenza ed attacco alla Guardia nazionale, nomina di un nuovo sindaco, furto della valigia postale, fatti avvenuti tutti in Monteodorisio nei giorni 30 settembre e primo ottobre 1860, a carico di Panfilo di Giacomo ed altri 96 individui di quello stesso comune, appartenenti per lo più alla classe dei contadini; la Gran corte criminale, dopo aver con deliberazione interlocutoria ordinata la scarcerazione di molti di essi e l' archiviazione del procedimento a carico di altri, alcuni dei quali morti negli scontri a fuoco con le forze dell'ordine, rinvia a giudizio Marcellino di Giacomo, Marcellino Viti, Angelo Ottaviano, Antonio di Giacomo, Amadio Lucarelli, Gaetano Colameo, Salvatore ed Antonio Mirolli, Fedele Bottari, Antonio Santilli, Ermenegildo Piscicelli, Marcellino Pietropaolo, Antonio Pietropaolo, Raffaele Colomeo, Vito d'Angiò, Francesco e Michelangelo d'Ercole, Cesare Galluppi e Pasquale Ottaviano e con successive deliberazione del 31 ottobre 1861 condanna Amadio Lucarelli, Antonio di Giacomo, Antonio Pietropaolo, Nicola Maurizio di Pasquale e Raffaele Colameo alla pena di tre anni di reclusione ed ordina che tutti gli altri siano rimessi in libertà.
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martedì 9 aprile 2024
Guerriglia e brigantaggio - Monteodorisio 1860
Reazioni borboniche, prontamente represse, si verificarono nel 1860 e 1861 in numerosi paesi del circondario di Vasto. Infatti, subito dopo il passaggio del Re Vittorio Emanuele, in molti comuni attorno a vasto scoppiano improvvisamente rivolte, tanto che il governatore De Caesaris deve inviare truppe a Monteodorisio, Gissi, Liscia, per ristabilirvi l'ordine.
Quello che accadde nei giorni 30 settembre e 1° ottobre 1860 a Monteodorisio mentre le truppe borboniche erano ferme nelle pianure di Santa Maria Capuavetere servì a dimostrare che gli uomini cosiddetti " reazionari o della restaurazione" non erano adatti a mettere in atto una " sceneggiata " di sapore politico, bensì erano portati, per carattere e per convincimento, a mettere tutto a ferro e fuoco.
Alle 14 del pomeriggio entrò in paese una turba di facinorosi, un manipolo formato da personaggi reclutati negli Abruzzi fra più esagitati, ingordi e sanguinari.
Li comandava tale Panfilo di Giacomo, "miserabile faccendiere dell'infima plebe " - dice un testimone - che, su di un cavallo di razza, si presentava alla testa dei suoi uomini urlanti e quasi tutti ubriachi, mantenendo in pugno una bandiera bianca con lo stemma dei borboni e chiamando a se la folla con le grida di Viva Francesco II.
I paesani di Monteodorisio, nell'assistere a quella lugubre sfilata, pensarono ad una dimostrazione "politica" inscenata dai fanatici che gridavano in continuazione " Viva Francesco II ", ma ben presto si dovettero ricredere. I briganti, altri li chiamavano " reazionari", si diressero al posto di guardia, e quivi rialzò gli stemmi del Borbone, strapparono i regolamenti costituzionali, si appropriarono delle armi della cancelleria comunale; fece dire in chiesa l'Inno Ambrosiano e nominò un nuovo sindaco..
I Monteodorisiani resistettero con fuoco di fucileria, sicchè fu forza rispondere, e di quei villani ne morirono ben 25 e molti ne rimasero feriti. A questo prezzo si potè ristabilire l'ordine. Prima di Monteodorisio, Dogliola aveva dato l'esempio, ma quivi non si ebbe spargimento di sangue.
Gissi la imitò terza, ma con scellerraggini inaudite. Il 2 ottobre innalzarono la bandiera bianca, quando le Guardie erano di ritorno da Monteodorisio.
Vittima ne fu D. Peppino Mariani, giovine di spiriti italianissimi. Fu preso, battuto a morte, seviziato e trascinato semivivo dal Giudice, il quale, richiesto che se ne dovesse fare, rispose alla plebaglia come Pilato, anzi peggio: "Fatene il piacer vostro".
Panfilo di Giacomo; Marcellino di Giacomo; Marcellino Vito; Angelo di Carlo; Epimenide di Giacomo;Nicola Maurizio di Pasquale;Nicola Ottaviano; Antonio di Giacomo; Domenico Capraro; Amadio Lucarelli; Gaetano Colameo; Salvatore Mirolli; Antonio Mirolli; Giuseppe Argentieri; Vincenzo Bottari; Pier Luigi Colameo; Pompeo Stanisci; Antonio d'Ovidio; Matteo Petrucci; Michelangelo Molisani; Cesare Molisani; Teodoro Piccirilli; Fedele Bottari; Cesare Cinalli; Luigi Donatelli; Giuseppe Capraro; Antonio di Prospero; Antonio Santilli; Angelo Santilli; Cesario Santilli; Marcellino Capraro; Antonio Turco; Rosario Pomponio; Giuseppe Bellafame; Michelangelo di Propero; Gioacchino di Propero; Anastasia Scardapane; Giovanna Lizzi; Petronilla Turco; Camillo Mariotti; Marcellino Molisani; Francesco Tenaglia; Cesario di Propero; Ermenegildo Piscicelli;Nicola d'Onofrio; Marcellino Pietropaolo; Antonio Pietropaolo; Raffaele Colameo; Vito d'Angiò; Comincio Colameo; Michelangelo d'Ercole; Francesco d'Ercole; Cesario Galluppi; Antonio di Giacomo; Pasquale Ottaviano; Giovanni Santilli; Donatantonio Ottaviano; Saverio Falcone; Giuseppe Codagnone; Andrea Argentieri; Giuseppe di Foglio; Antonio Mucci; Nicola Codagnone; Nicola Maria Tenaglia; Cesare di Giacomo; Pietro Traccarella; Giuseppe Pucci; Rosario di Cristofaro; Matteo Galluppi; Giuseppe Zerra; Domenico Petrucci; Giustino Colameo; Marcellino Festa; Marcellino Masutra; Cesario Molisani; Francesco Scopino; Antonio Trovarella; Giuseppe Marchesani; Pietro Molisani; Salvatore Samiano; Salvatore Capraro; Marcellino di Vincenzo; Pasquale Scardapane; Matteo Mastrocecco; Bartolomeo Galluppi; Benedetto Galluppi;Carmine Colameo; Nicola Pietropaolo; Panfilo Cinalli; Domenica Maurizio; Giustina Sangiovanni; Matteo Timpone; Nicola Argentieri; Donato Maurizio; Leonardo d'Alfonso; Temistocle Bellano.
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