L’anno 1886 il di 20 settembre alle ore 7 a.m.
Noi qui sottoscritti Arciprete e Sacerdoti di questo
Comune di Monteodorisio ci siamo personalmente conferiti nella chiesuola
suburbana di nostra giurisdizione, sotto il titolo di Maria Santissima delle
Grazie, onde acclarare quanto di vero od immaginario fosse avvenuto la sera
precedente, circa le 7 p.m. sulle macchie rosse che alcune persone devote han
creduto osservare sulla mano dritta del Simulacro chiuso dentro nicchia con
vetrina, di detta Vergine. Essendosi da noi tre e da altri forestieri e paesani
compiute a vetrina chiusa le prime osservazioni per cui rifrazioni e
riflessioni di raggi potean dar luogo ad ottiche illusioni, si è immediatamente
proceduto ad altre indagini a vetrina aperta.
Si vedeano delle piccole macchie rosse nella prima falange
dell’indice della mano dritta di esso Simulacro; ma essendosi strofinato un
fazzoletto bianco su quei punti rossi questi son rimasti intatti, senza che il
colorito si fosse trasfuso in detta pezzuola, segno evidente che i punti rossi non partivano da tinta fresca applicato
poi, previa bagnatura con molte gocce di acqua purissima, detto fazzoletto
sugli stessi punti rossi, la tinta rossa si è trasfusa nella parte bagnata,
offrendo così un colore sbiadito, segno che tinta fosse disciolta e la mano è
rimasta tersissima.
Si fa pure osservare che essendosi reiterate volte di sera
e di mattino nei seguenti giorni ripetute le stesse indagini, detta mano si è
trovata sempre tersa.
Ciò mena alla naturale conseguenza, che le rosee tinte non
più apparse in quei punti, né in altri di detta Immagine, nulla di
soprannaturale possa arguirsi per continuazione di avvenimento.
A una premura si è pure distaccato il merletto che cingeva
il polso della stessa mano, in parte macchiato, ma portandosi così il merletto
come la pezzuola sucennata per osservarsi dal farmacista Signor Luigi de
Cristofaro, ed essendosi pur ricordato, che una corona di confetti colorati
erasi per molto tempo mantenuta sospesa appunto sulla indicata mano, si è
dedotto che la tinta dei confetti disciolta all’azione del caldo e dell’umido,
abbia prodotto quelle rosee macchie e null’altro.
Nondimeno si sono gelosamente conservati in Chiesa il
merletto e il fazzoletto finché in tutti i decorsi giorni si sono ripetute le
indagini sul Simulacro; ma nulla di nuovo si è potuto rimarcare ne nell’uno, né
nell’altro, onde i menzionati oggetti, per qualunque ulteriore osservazione, si
presenteranno all’Autorità Ecclesiastica.
Finalmente, in quanto alle prodigiose guarigioni
attribuite da paesani e forestieri all’uso dell’acqua attinta da un pozzo, che
per ordine del Municipio si è scavato di recente a comodo di quelli che
intervengono alla fiera stabilita legalmente per la prima Domenica di settembre
nelle adiacenze della Chiesuola, nulla di positivo possiamo acclarare, tranne
le pubbliche voci, ed il concorso di devoti, che da vari giorni forma uno
spettacolo veramente edificante.
Così redatto e chiuso Monteodorisio 27 settembre 1886
Cesare Canonico Raimondi
Nicola Sacerdote Fanghella
Vincenzo+ Arciprete Iarussi
Al Reverdissimo Monsignor Vicario Generale
D. Graziano Canonico Bonacci in
Vasto
Monteodorisio 27 settembre 1886
Oggetto: Avvenimento nel Simulacro di Maria Santissima
delle Grazie in Monteodorisio
Reverendissimo Monsignor Vicario generale
Le fo tenere qui accluso il processo verbale firmato da
me, e da due Sacerdoti Raimondi e Fanghella, dai quali ho creduto farmi
assistere nelle indagini accurate compiute fin’oggi per acclarare quanto di
vero od immaginario fosse avvenuto nel Simulacro di Maria Santissima delle
Grazie nella sua chiesuola suburbana di mia giurisdizione, nonché sull’acqua
dell’adiacente pozzo, cui si attribuiscono dalla pietà dei fedeli mirabili
guarigioni. Esso verbale che fu aperto omnibus paesani e forestieri alle 7 a.m.
del 20 corrente mese, è stato chiuso oggi dopo quotidiane osservazioni fatte
mattina e sera, se vi fosse soprannaturali avvenimenti a gloria della
Santissima Vergine, ed a beneficio dei Popoli.
Era ben inutile e stolto importunare i Superiori con
monche relazioni, sena prima compiere qui il Parrocchiale dovere, anzi forse
poidomani porterò tutto in persona.
La ossequio.
Il Parroco
Vincenzo Arciprete Iarussi
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