vocabolario del dialetto storico štrèṷsə
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giovedì 31 dicembre 2015
lunedì 28 dicembre 2015
Celebrati in parrocchia gli anniversari di matrimonio
Messa "speciale" quella celebrata da don Nicola Antonini ieri sera presso la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Monteodorisio. Protagoniste della cerimonia le coppie, che hanno ricordato il loro anniversario di nozze, da 25 anni al 50esimo e al 60esimo.
Gli sposi hanno quindi rinnovato le loro promesse davanti alla comunità dei fedeli. Dopo un breve discorso, don Nicola ha consegnato le pergamene per i 60 i 50 e 25 anni e un dono a ricordo dell'evento per tutti i festeggiati.
Al termine della Messa, grande festa con tutti gli sposi.
E' bello vedere coppie che testimoniano tanti anni vissuti assieme, sicuramente superando momenti belli e meno.
Gli sposi hanno quindi rinnovato le loro promesse davanti alla comunità dei fedeli. Dopo un breve discorso, don Nicola ha consegnato le pergamene per i 60 i 50 e 25 anni e un dono a ricordo dell'evento per tutti i festeggiati.
Al termine della Messa, grande festa con tutti gli sposi.
E' bello vedere coppie che testimoniano tanti anni vissuti assieme, sicuramente superando momenti belli e meno.
giovedì 24 dicembre 2015
martedì 22 dicembre 2015
Torna l'appuntamento con il Presepe Vivente, a Monteodorisio la VI edizione
Vi aspettiamo il 27 dicembre, a partire dalle 18, per la 6^ edizione del presepe vivente, in un luogo e con un percorso diverso dagli altri anni: presso il cortile del Santuario Madonna delle Grazie!!! Vi aspettiamo numerosi
Auto in fiamme a Monteodorisio
Ancora in corso di accertamento le cause che hanno mandato in fiamme un'auto a Monteodorisio. Intorno alle 21. 30, nei pressi di via Porta Carbonara, una Fiat Grande Punto è andata completamente in fiamme ed è stato necessario l' intervento dei Vigili del Fuoco di Vasto che hanno domato l' incendio.
Sul posto anche i Carabinieri della Stazione di Cupello, il primo cittadino Di Giacomo e alcuni membri della Polizia Ecozoofila (Brigadiere Andrea Capraro e Maresciallo Francesco Argentieri) che si sono adoperati per la sicurezza. Fortunatamente nessun danno a persone.
Angela Menna
venerdì 18 dicembre 2015
Il Consiglio Comunale di Monteodorisio convocato per mercoledì 23 dicembre
1 LETTURA ED APPROVAZIONE
VERBALI SEDUTA PRECEDENTE.
2 RATIFICA ATTO DI GIUNTA
MUNICIPALE N.87 DEL 25/11/15 AD OGGETTO"VARIAZIONI BILANCIO DI PREVISIONE
2015".
3 PROROGA CONTABILIA'
ECONOMICO-PATRIMONIALE E BILANCIO CONSOLIDATO.
4 RICHIESTA INTITOLAZIONE
STRADA. PROVVEDIMENTI.
lunedì 14 dicembre 2015
POMPEO SURIANI (1904-1979), PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E POETA
Ricordo di un gentiluomo d'altri tempi. La sua umanità e spiritualità emergono dal volume "Foglie Gialle".
Pompeo Suriani
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Pompeo Suriani molti lo ricordano come un politico saggio, accorto, un amministratore solerte e zelante, legato alle innumerevoli opere pubbliche realizzate nei centri della Provincia di Chieti, di cui, dal dopoguerra fino alla morte, avvenuta nel 1979, fu apprezzato Presidente.
Eppure, nel profondo dell'anima di Don Pompeo divampava un innato fervore poetico. Quello che lo accompagnava in tutte le sue manifestazioni ed i rapporti intrattenuti per via del suo mandato politico-amministrativo.
Ma era, forse, la quiete del borgo natio, certo anche una spiccata preparazione professionale, la tenera dolcezza del focolare domestico, a suscitare in Pompeo Suriani ispirazioni delicate tutte velate da una profonda umanità, peraltro attinta ad una vivida predisposizione a considerare il mondo esteriore, come specchio autentico del Creatore.
E Monteodorisio, terra di Pompeo Suriani, è il ricorrente filo che lega tutta la sua vena poetica, che lo conduce a Punta Penna di Vasto, emotivamente legato, in opere e in spirito, a questo sensibile poeta, convinto assertore di una austerità, imperiosa forse, che trova ancestrale risonanza nei tempi trascorsi carichi di civiltà e di storia millenaria.
«Quande Mundrisce cummanneva a tutte
lipaìse 'ecche 'ntorne a la vallate...
Ecco, dunque, partorite dalla fervida fantasia dell'uomo-poeta quel volume «Foglie gialle», versi abruzzesi presentati dal prof. Ettore Paratore e illustrati con disegni a punta di penna di china di Gianni Consalvi, nella collana «I cantori» diretta da Donatella D'Orazio per i tipi di Solfanelli /Arte (1977).
Vi è nella musa di Pompeo Suriani una religiosità profonda, un rispetto per gli umili, un accorato senso di emotività nella narrazione di aspetti inediti del paese natio, di persone che hanno fatto parte del quotidiano, che sono poi gli elementi ispirativi di Pompeo Suriani, proprio perché tratti con la palpitante umanità che li pervade.
«Càntene li cicale a lu ciardine, / vole sfreccianne quacche renelone, / corre
appresse a nu Grille na galline; / dentre a nu nide, sotte a nu balcone, / tre cuccitelle
nire sta 'ffacciate / aspettanne ch'arrive la 'mbeccate».
La poesia della natura in Pompeo Suriani assume apici sublimi quando canta, al cospetto del mare, il mistero del Creato, quel paradiso terrestre che il poeta scrutava dalla sua casa su di un poggio a Punta Penna di Vasto, quando il crepuscolo incendiava il cielo dopo il tramonto.
« Tra li scuje la sere le sirene / dicevene parole appassiunate; / da la Lebbe spunte la luna piene / e 'lluminé lu mare e la vallate, / mentre nu rusignole a lu vallone / cantave a piena voce na canzone».
E trascorre così il giorno, quello stesso che Pompeo Suriani ferma magistralmente, pur se per qualche attimo prezioso, strappato idealmente all'inesorabilità del tempo fuggente, nella poesia«Lu rillogge».
«Lu rillogge che porte da tant'anne / 'nchi na catene appese, a lu taschine, / m'ha 'ccumpagnate senza ma 'n 'inganne /pe' la vije che m'ha date lu distine; / è nu regale che m'ha fatte sciore / em'ha segnate sempre juste l'ore. /S'è fatte vicchie, ma 'nze ma fermate...».
«Il destino è un cavallo bizzarro e senza briglie. Puro sangue e ronzino, è sempre la fortuna che lo guida» — scriveva Pompeo Suriani per introdurre la poesia «Lu cavalle» — nella considerazione che l'umanità spesso viene a trovarsi al bivio della vita e tutto è affidato al caso.
«Dipenne tutte da la 'spirazione / che la fortune ha date a lu cavalle... / ...quande nen ci si mette lu vicine... / ...a ffa cagna la sorte e lu destine...».
Pompeo Suriani ebbe la misura della vita, la coscienza di operare con spirito altruistico, nella convinzione di contribuire ad elevare il livello sociale delle popolazioni.
Sempre tenendo come orifiamma invitta, usbergo della sua nobiltà familiare, un costume morale di
esemplare comportamento.
Nella poesia «Lu vestite», scriveva: «La vita è come un abito: veste bene quando si è giovani. Viene ridotto a uno straccio dal tempo, dall'usura e dalle avversità. Ma non bisogna dolersi degli strappi, basta che non sia infangato».
«La vita nostre è come nu vestite / ca ti sta bbone quande ti vint'anne: / nove,
fresche, stirate, ben pulite, / pinse eh 'è fatte nchi lu mejje panne! / E camini
felice allegramente /senza bbadà a le chiacchiere e ala ggente. / Ma, doppe,
lipinzire l'avvicchisce / la fatije ogni jurne le cunzume: / quande 'ncape lu
bianche t'apparisce / s'è fatte vicchie e rotte lu custume. / Tra li ruve li pjezze
sì lassate / e l'aneme e la carne ha sanguinate. / Nen è capace lu cape sartore
/ d'ripizzà nche ll'aghe stu vestite; / t'arimane nu stracce e lu dulore / a lu pette,
pe ' quante si patite. / Ma n 'a da piagne si ti s'è stracciate / abbaste ca di
fanghe nz'è mbrattate».
«Penso al passato / alle rosee speranze d'un tempo, / alla gioventù trascorsa / senza avvertire la bellezza dell'ora, / ai mille episodi d'una vita / vissuta nell'inseguire / ideali meravigliosi e chimerefresche, stirate, ben pulite, / pinse eh 'è fatte nchi lu mejje panne! / E camini
felice allegramente /senza bbadà a le chiacchiere e ala ggente. / Ma, doppe,
lipinzire l'avvicchisce / la fatije ogni jurne le cunzume: / quande 'ncape lu
bianche t'apparisce / s'è fatte vicchie e rotte lu custume. / Tra li ruve li pjezze
sì lassate / e l'aneme e la carne ha sanguinate. / Nen è capace lu cape sartore
/ d'ripizzà nche ll'aghe stu vestite; / t'arimane nu stracce e lu dulore / a lu pette,
pe ' quante si patite. / Ma n 'a da piagne si ti s'è stracciate / abbaste ca di
fanghe nz'è mbrattate».
Insomma, tutto il contrario di chi — ma non ne ricordiamo il nome — volle rubargli la maggior parte di questi versi sublimi e «rappezzarne» un componimento che, peraltro, gli servì per conseguire un immeritato premio in uno squallido «certame» periferico. Saggezza antica ammoniva: «il vestito non fa il monaco».
Ed il vate, presago delle incognite che gli serbava la vita, perché è proprio vero che il poeta sa scrutare l'infinito, pensava ad un giorno al crepuscolo di una «Sera d'estate a Punta Penna», per ispirarsi ad un «commiato» che possiamo considerare il compendio di tutta la liricità di un uomo che è consapevole del suo ruolo, soprattutto della missione che era destinato a compiere.
Sopraggiunge, così, un attimo di meditazione, quella stessa che pervade gli uomini che hanno contato nella storia e nelle vicende umane che hanno contrassegnato un popolo.
sfuggenti».
Non un rimpianto però, bensì fede sorretta dalla consapevolezza di aver scritto un capitolo della vicenda umana.
«Il cuore è stanco, / il sole più non riscalda, / il profumo dei fior più non m'inebria,, / i verdi prati della speranza / sono ingialliti; /...sento / che la giornata mia va declinando. / E s'avvicina
la Notte! / ...io sereno l'attendo / nella speranza che poi torni alla luce / lo spirito mio».
Vi è in questi ultimi versi tutta la cosciente visione di chi s'appressa alla sublimazione
dell'essere.
Ed è da questo senso dello scrutare nel profondo che emerge l'esistenza di un uomo Vate e Poeta vissuto per tramandare al domani non «Foglie gialle», come volle intitolare il suo libro di versi, ma qualcosa di vivo che non sia definito dal colore, dai suoi riverberi, ma sempre attuale.
Il giallo, nella simbologia cromatica è emblema di fedeltà ai valori umani, agli ideali, quelli per i quali Pompeo Suriani è vissuto ed è ricordato perché ha tracciato un solco indelebile nelle opere che accompagnano l'uomo lungo la sua vicissitudine terrena, ma, soprattutto, nella spiritualità che sottolinea l'umanità quando riesce ad esprimere cantori così appassionati e degni di serto imperituro.
Giuseppe Catania
sabato 12 dicembre 2015
giovedì 10 dicembre 2015
Monteodorisio: OTTAVIO SURIANI POETA E DRAMMATURGO
Tra le famiglie nobiliari e borghesi spicca a Monteodorisio la famiglia Suriani. Tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, Palazzo Suriani è stato il cenacolo di tutta la cultura abruzzese. Fra i molti personaggi che l'hanno frequentato:Gabriele D'Annunzio, Benedetto Croce, Raffaele Paolucci, Antonio Di Jorio, Enrico Del Debbio. E’ vivo ancora il ricordo di Ottavio Suriani, sensibile drammaturgo, di animo dolce vissuto nell'800. E nel '900 Pompeo Suriani,politico e amministratore di acuto ingegno e carisma, per oltre 20 anni Presidente della Provincia di Chieti; Giovanni Suriani più volte sindaco di Monteodorisio, Alfonso Suriani sensibile poeta dialettale legato alla istituzione dell'Istituto Agrario Cosimo Ridolfi di Scerni.
Palazzo Suriani a Monteodorisio nel secolo scorso |
MONTEODORISIO CULLA DI CULTURA : maturavano nell'antico palazzo Suriani geni cullati nella letteratura e nell'arte.
IL DOTT. OTTAVIO SURIANI POETA E DRAMMATURGO
di GIUSEPPE CATANIA
Non fu mai scritta la letteratura cosiddetta minore, quella che, fiorita nei piccoli centri del Circondario di Vasto ebbe pur momenti di splendore, proprio perché finora è mancato l'eponimo che ne determinasse la ben prefissata presenza. Spesso l'atteggiamento restio di chi conserva la testimonianza scritta delle tracce del passato è motivo di disinteresse, quando, invece, sarebbe doveroso l'inizio di un'opera di recupero di quello che giustamente è considerato l'ancora inesplorato giacimento culturale da cui trarre spunto di esaltazione dei valori della nostra civiltà.
II secolo XIX per Monteodorisio, segna un periodo di splendore per un empito culturale maturato dentro il palazzo Suriani, costruito nel 1840 dall'architetto Romano in puro stile Rinascimento, con le volte affrescate dal pittore napoletano Biondi.Maturava un genio di fervido intelletto, Ottavio Suriani, un'anima dotata di una lirica sensibilità pervasa di fascino, legata ai valori della generosa terra d'Abruzzo. Ed è proprio in un lavoro teatrale, di grande successo, che affiora il sentimento, la gioia, il dramma intriso di folklore della nostra gente che è anche caratteristica popolana.
E il dott.Ottavio Suriani l'interpreta con trasporto quasi vissuto, in CASILLA -Scene Abruzzesi, per narrare il tormentato amore di Bastiano spasimante per Casilla che gli aveva giurato amore sotto il porticato della Madonna, vittima del contendente Marcello, in un contesto paesano di una vibrante attualità scenica da conquistare fino alla commozione.
Gli accenti lirici con cui l'opera è stata decorata appaiono nel canto che Bastiano intona alla sua innamorata: Chiss'ucchie m'arrubbàrene la pace / Jé spàsime pe ttà, pe ttà jé meure; / M'abbrìusce a ecche mbétte na furnace,/ Damme billàzza ma, damme su cheure.
Il libretto venne pubblicato dalla Casa Edìtrice Rocco Carabba- Lanciano nel 1895 (2^ ed.) e l'opera venne rappresentata nel Teatro Rossetti di Vasto, la sera del 30 dicembre 1894 , dalla compagnia diretta da Italo Marchetti.
Poi venne data al teatro Fenaroli di Lanciano dalla compagnia Lombardi-Pavoni il 24.2.1895; quindi ad Arezzo il 4.4., dello stesso anno nella serata d’onore del capocomico attore Antonio Zerri; al teatro Nuovo di Napolil’11.12.1895 dalla compagnia Bellotti-Bon diretta da Antonio Zerri e poi, il 27.11.1896 al TeatroMarrucino di Chieti dalla compagnia L. Aspantini-F .Berti-A. Vitti.
"La festosissima accoglienza del colto pubblico delle dette città - scriveva l’editore Carabba - ed il favore della stampa locale (ISTONIO, L’ABRUZZO DEI GIOVANI di Vasto, II PALLANO, FRENTANIA ed il CORRIERE FRENTANO in Lanciano, l'APPENNINO e il CORRIERE ARETINO in Arezzo) hanno incoraggiato l'autore alla pubblicazione del suo lavoro, nella lusinga di eguale fortuna in altri teatri maggiori”.
Ottavio Suriani ha scritto anche FOGLIE DI ULIVO -Scena D’Abruzzo, dedicata all’amato Alfonso che chiuse gli occhi alla luce quando gli sorrideva più dolce la primavera della vita". Tale libretto costituisce il fascicolo XII della Biblioteca della Vedetta Artistica - Rivista Teatrale Letteraria Mondana pubblicato nei 1899 dalla tipografia Barocci e Lastrucci (via dell’Orivolo 33 Firenze), alla quale collaboravano i più rinomati scrittori e brillanti pubblicisti italiani.
Per la Libreria Teatrale Editrice di Cesare Cecchi (piazza del Duomo, 29 Firenze), Ottavio Suriani pubblicava nel 1904 per la raccolta “Monologhi” LA STORIA DEL POMO- Conferenza storica,RENDEZ-VOUS-Monologo, I BAFFI-Conferenza minuscola. Ed un susseguirsi di considerazioni in chiave umoristico letteraria-filosofica, da Eva a Paride , da Newton a Guglielmo Tell, nel "mettere a nudo la vicenda "storica" del pomo; oppure le elucubrazioni esilaranti di un tal Guido che, vestito da donna col petto enorme, il cappellino tutto da un lato e la veletta sul viso, si ferma, di botto, in mezzo al palcoscenico per un "rendez vous" tutto singolare|; ovvero nella apologia dei baffi attraverso gli innumerevoli atteggiamenti dell'uomo che se ne adorna, per concludere che sì l'uomo cambia il colore dei baffi, ma non il vizio: è un uomo coi baffi! non vali un pelo dei miei baffi!
Alla produzione culturale di Ottavio Suriani occorre guardare con interesse ed attenzione. Cercando, forse, si troverebbero altre testimonianze, tanto prolisso e felice appare il periodare intriso da una profonda preparazione professionale ed intellettuale.
Di Ottavio Suriani abbiamo letto anche un racconto dal titolo FEDE riportato nel numero unico (1° settembre 1895) MONTEODORISIO Santuario della Madonna delle Grazie (Arcangelo Caprara Editore Vasto Tipog. M. Zaccagnini)., Un esempio di narrazione di palpitante ebbrezza passionale che - attraverso il racconto di una miracolosa guarigione per intercessione della Vergine di una giovane (Graziuccia) tra la lacrime di speranza della madre Rosalba – fornisce uno spaccato vivo di testimonianza della tradizione paesana, del costume, del folclore, così carichi di austera civiltà millenaria e di incrollabile fede.
Giuseppe Catania
mercoledì 2 dicembre 2015
E' venuta a mancare Elvira Olivieri
Al marito Vincenzino, alla figlia Carmela, al genero Antonio, ai nipoti Andrea con Tania, Alessio, Rossana ed Enzo con Maria Chiara, a pronipoti Giorgia e Simone ed ai parenti tutti tutti giungano i sensi del nostro più profondo cordoglio..