Giovedì 19 dicembre, alle
ore 17,30, Amalia Faustoferri, archeologa della Soprintendenza per i
Beni Archeologici dell’Abruzzo e l’archeologo Davide Aquilano presenteranno il
romanzo Viteliú assieme con l’autore Nicola Mastronardi nella Sala
Conferenze del Museo Archeologico del Vastese (MAV), presso il Castello
di Monteodorisio (CH).
Per l’occasione è prevista anche
una visita guidata alla collezione di iscrizioni frentane del Museo, che
vanta, tra gli altri reperti, la Chiave di Herentas da Tufillo e l’Alfabetario
da Casalbordino.
Il MAV raccoglie ed espone al pubblico le
testimonianze archeologiche più rappresentative tra quelle rinvenute nel Vastese.
La valenza territoriale di questo museo ha spinto Italia Nostra a sceglierlo
come luogo d’elezione per la presentazione del romanzo storico scritto da
Nicola Mastronardi, che ha come protagonisti sia i Sanniti che i Frentani,
valere a dire le due componenti etniche antiche dell’odierno Vastese.
“ITALIA” nella lingua dei Sanniti e dei
Frentani era scritta VITELIÚ e si leggeva all’incirca UITELIO, che significa
“Terra dei Vitelli”. Viteliú è stato scelto da Nicola Mastronardi come
titolo del romanzo storico che ha scritto per riscattare i Safini/Sanniti
dall’oblio in cui li hanno relegati i vincitori romani dopo la Guerra Sociale
(91-88 a.C.). Mastronardi è andato anche oltre: ha creato la prima epopea dei
Safini/Sanniti, dando finalmente voce ai vinti, ai loro luoghi, alla loro
cultura, alla loro lingua, al loro orgoglio ed alla loro tenace resistenza contro
la soverchiante potenza romana.
La lettura del romanzo, inoltre, riprende e dà nuova linfa
vitale a diverse questioni storiografiche, prima tra tutte quella sulle reali
conseguenze della Guerra Sociale sui territori italici. I Romani, infatti,
falcidiarono in maniera programmatica la classe dirigente italica che aveva
guidato la rivolta antiromana, saccheggiarono e misero a ferro e fuoco le terre
di quei popoli non risparmiando chiunque avesse osato opporsi. Ad un’attenta
analisi delle fonti documentarie si percepisce la crisi che colpì i territori
italici dopo il devastante evento bellico, ma non la si coglie in tutta la sua
portata e la sua profondità, come avviene invece con una lettura dei dati
provenienti dai luoghi indagati archeologicamente come Pietrabbondante presso i
Sanniti e Punta Penna, sede della Histonium dei Frentani. In
quest’ultimo caso, la popolazione fu allontanata in maniera coatta
dall’insediamento, se non massacrata, agli inizi del I secolo a.C., mentre
parallelamente i Romani costruivano il primo nucleo abitato della “loro” Histonium,
che coincide all’incirca con la città storica dell’odierna Vasto.
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