vocabolario del dialetto storico štrèṷsə
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giovedì 27 gennaio 2011
Visita pastorale 1568
Dopo il Concilio di Trento, sia per controllare lo stato delle medesime, sia per frenare ogni eventuale abuso, i Vescovi di persona o tramite il Vicario Generale provvederono a visitare periodicamente le varie parrocchie. Da queste Visite Pastorali, redatte a partire dal 1568, cinque anni dopo la chiusura del Concilio, e le cui note sono conservate presso l'Archivio della Curia Metropolitana Teatina, sono venute alla luce nuove informazioni intorno alle chiese di Monteodorisio.
Da esse infatti risulta che era preposto don Juliocesare Sciabica; don Giacomo di Leone era rettore di San Salvatore; don Giovanni di Ricchezza di Lanciano era rettore di San Giovanni e don Sebastiano de Scierni era cappellano.
Sempre in occasione della visita pastorale del 1568 leggiamo ancora:
"Il giorno 11 dello stesso mese di maggio del 1568 venimmo alla terra di Monteodorisio, in cui (il Rev.mo) fece l'ingresso processionale, baciata la croce dinanzi alla porta, mentre i chierici cantavano e il popolo applaudiva fragorosamente; e, dinanzi alla chiesa di San Giovanni, discendemmo da cavallo, e lì, fatte le debite orazioni e cantato dal sig. (Vicario) l'orazione di San Giovanni, ascoltammo la messa.
Dopopranzo, nella stessa chiesa (il Rev.mo) conferì il Sacramento della Confermazione per quattro ore. Mentre ciò avveniva il Rev.do sig. Vicario visitò le chiese esistenti in detta terra, e in particolare:
la cappella di San Rocco, che si dice grangia della prepositura; comandò che venisse coperta e chiusa (con porte);
la chiesa di San Pietro col campanile anch'essa scoperta e senza porte, comandò che venisse riattata;
la cappella di San Donato;
la cappella della Pietà;
la cappellina (cona) di San Lorenzo;
la chiesa di San Lorenzo, che è grancia della commenda di San Giovanni Gerosolimitano della città di Chieti;
la chiesa di Santa Maria del fresco presso il fiume Sinello, al di là della grancia di detta commenda, e, trovandola semidistrutta, comandò si riattasse col suo materiale la chiesa di San Lorenzo e che, al suo posto, si ponesse una croce; per queste opere di riattazione, sequestrò i frutti e comandò che si ingiugesse agli affittuari di non restituirli se non dopo la riattazione delle chiese.
Quindi la chiesa di Santa Maria della Neve, che ugualmente trovò distrutta e tutta scoperta; è detta grancia di San Francesco. Comandò fosse riattata.
Quindi venimmo alla chiesa matrice di San Nicola che è prepositurale; la trovammo senza tetto e senza alcunchè con cui la si potesse chiudere; ha però il campanile con una grande campana, senza tuttavia la fune.
Ne è rettore Giulio Cesare Sciabica, il quale non risiede in loco. Si comandò che si apponesse agli atti che doveva riattarsi, e per la riparazione sequestrò i frutti; similmente, la cappella di Santa Maria delle Grazie, senza dote: similmente, l'ospedale di San Leonardo con la sua chiesa, senza porte all'entrata; comandò venisse riattata; decretò che gli uomini della terra di Monteodorisio costituiscano una procurazia per l'ospedale, e che l'ospedaliere metta su un libro degli introiti e degli esiti e che ogni anno renda conto della sua amministrazione al procuratore da costituire; similmente la chiesa di Sant'Angelo e di San Biagio, ambedue dirute e dette grance della Prepositura, comando si riattasse come sopra.
Il Rev.mo, finita la Cresima, cantato l'Ufficio per i Morti e data la benedizione, visitò il Sacramento dell'eucaristia nella chiesa di San Giovanni, il fonte battesimale, che trovò abbastanza custodito nonostante la depredazione dei turchi fatta negli anni passati. Il suo rettore è Don Giovanni De Recchezza della città di Lanciano.
Quindi passò alla chiesa del S. Salvatore, in cui visitò il Sacramento dell'Eucaristia e il Fonte Battesimale, che trovò ben custoditi come sopra.
gianni,può darsi che tu c'eri?ti sei dimenticato di fare l'elenco del pranzo:quanti antipasti,quanti primi,ecc.ecc.
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