martedì 26 aprile 2011

Menù de la "sciusciulatte"

hors d’oeuvre
sessanta uova a frittata

entrée

uova sode, formaggi vari, torte salate varie, ventricina ecc.

potage

plat de résistance
agnello arrosto, salsicce di carne e di fegato


Entremets

fegatini d'agnello

Oggi in Canadà è venuto a mancare Domenico Di Giacomo


Alla moglie Liberata, ai figli Ottavio, Anna e Adalgisa giungano i sensi del nostro più profondo cordoglio.

domenica 24 aprile 2011

Lunedì dell'Angelo: "la Sciusciullatte"


san Berardino - sciusciullatte 2011
san Berardino - sciusciullatte 1948




Lunedì dell’Angelo, per i tanti mundrusciani è il giorno della “ Sciusciullatte”, con le classiche scampagnate

sabato 23 aprile 2011

domenica 17 aprile 2011

Oggi Domenica delle Palme, hanno inizio i riti della Pasqua

Santuario della Madonna delle Grazie - anni 40


Il giorno successivo alla festa della Madonna comportavano un lavoro del tutto straordinario: bisognava rimuovere i resti di un bivacco di qualche migliaio di pellegrini e nettare il Santuario ed i suoi portici (allora le attuali navate erano porticato esterno) dal fango trasportato dal calpestio dei fedeli; i pavimenti erano in mattoni di terracotta; i dintorni erano campo e le strade semplicemente cilindrate e sconvolte per la poca o nulla manutenzione: i Religiosi, a piedi scalzi, pulivano, ordinavano e lavavano un paio di giorni il Santuario, mentre l’esterno era riordinato e pulito dal «romito del Santuario» tale Falcone Nicolino; costui fin dal 1920 custodiva, rassettava la Chiesa, suonava le campane e coltivava un giardinetto per adornare di fiori l’Altare della Madonna. Oggi è davvero una gioia vedere tutto il complesso del Santuario così decoroso, ornato, lastricato e circondato da strade e piazzale asfaltati.

mercoledì 13 aprile 2011

Uomo e donna del paese di Monteodorisio



Costume maschile. Cappello di feltro marrone a tesa larga. Al collo fazzoletto bianco a righe rosse. Giamberga color turchino. Calze celesti e sopraccalze grigie di tela appuntate dietro. Scarpe di cuoio allacciate.
Costume femminile estivo. Collana a più fili di grani di corallo con croce pendente. Fazzoletto a triangolo di lino bianco orlato di trina sui capelli raccolti indietro, fermati da larga fascia rossa con vistoso galano. Camicia bianca ricamata sul petto, maniche molto ampie, ricamate alle scapole, arricciate ai polsi. Veste intera rossa: corpetto guarnito sullo scollo quadrato e sulle cuciture di gallone d'argento; maniche modellate a cono, corte al gomito, l'orlo a punta rifinito da gallone argentato, legate al giro con galani celesti; gonna rossa larga, plissettata fino ai fianchi, sul bordo applicazione di pizzo. Grembiule bianco con due alte fasce ricamate a sfilato. Calze celesti, scarpe di cuoio con fibbia.

Annuario abruzzese 1949



Posizione: In collina, nel vastese. Distanza da Chieli Km. 106. Scalo ferroviario FF. SS. a Vasto (Km. 13). Strada statale n. 86 a Km. 4,6.
Altitudine: m. 315.
Abitanti: 2761.
Sindaco: Suriani Eduardo,
Segretario Comunale : Fanghella Ettore.
Comunicazioni : AUTOLINEE : Vasto - Monteodorisio. Vasto - Lanciano.
Servizi pubblici: PP. TT. (ricevitoria 2. cl.), Telefono.
Farmacie: n. 1.
Medici condotti: De Cristoforo Giuseppe.
Chiese: Madonna delle Grazie, S. Francesco d'Assisi, S. Giovanni Battista, S. Marcellino.
Feste patronali: 2. domenica di maggio, S. Marcellino.
Fiere comunali: mercoledì santo; agosto, 30 e 31.
Pensioni: Di Giacomo Giovanni.
Aziende industriali: MOLINI: Caprara Vincenzo (idrico), Iarussi Nicola (idrico), Zerra Domenico (elettrico) - FRANTOI; Busico Raffaele, De Cristoforo Raffaele, Menna Nicola, larussi Nicola, F.lli Suriani - Pastifici: Molisani Nicola.
Professionisti: GEOMETRI: Di Carlo Nicola.
Medici: Cristoforo Giuseppe fu Alfredo. Di Cristoforo Giuseppe fu Umberto.

venerdì 8 aprile 2011

Campo sportivo fine anni 40

La Girandola - Prima Domenica di settembre: festa grande



L'interessante descrizione che riportiamo è desunta dal libro « La Vigna di mio padre » del Prof. Raimondi. Presumibilmente il contenuto della descrizione va riferito, a ciò che avveniva in occasione delle feste di Settembre intorno alla prima decade del secolo. Del resto è ciò che in parte avviene ancora oggi:

« La Girandola - Prima Domenica di settembre: festa grande.

Ai piedi della collina su cui si adagia il mio paese, sorge il Santuario della Madonna delle Grazie. Un'ampia gradinata, due brevi porticati e un rosone centrale lì in alto lo rendono, attraente esternamente. Internamente brutti affreschi quasi lo deturpano.

La prima domenica di settembre la festa della Madonna delle Grazie era il più grande avvenimento, che richiamasse l'attenzione dei paesi vicini e anche di altri lontani.

Già diversi giorni prima cominciavano a sorgere intorno al Santuario le baracche per esporre la merce o per rifocillare i pellegrini (la più rinomata era quella della « Pelosa », dove si friggevano diecine di chili di pesce in continuazione); si issavano, l'albero del circo equestre e quello della giostra, mentre i poveri cavallucci di legno erano a terra alla rinfusa.

Si lavorava alacremente per preparare i fuochi pirotecnici. I «deputati» della festa erano già in movimento per ordinare e preordinare le molte cose per i due giorni festivi: l'alloggio per le bande musicali, i premi per la «cuccagna» e le gare dei «fuochi», gl' itinerari e i «pezzi» delle «musiche», i luoghi degli spari e lo svolgimento della grande processione serale della vigilia, e via via.

Noi a correre or qua or là, a informarci, ad affannarci, a parteggiare già per questo o quello spettacolo, per questa o quella banda, per questo o quel «fuochista»... Poi il mattino di sabato (qualche volta anche al mezzogiorno del venerdì) le prime bombe per l'apertura della festa, le prime voci dei pellegrini osannanti, la prima marcia dei «Diavoli Rossi» di Pianella. E le campane suonavano, impazzivano. Cominciava il nostro delirio.

Di ora in ora centinaia e centinaia di fedeli, impolverati, sudati, trafelati, giungevano salmodiando: «Viva Maria e chi la creò!» «Senza Maria campar non si può».

Giungevano per il «voto», giovani e vecchi, donne e bambini, come al porto sicuro come alla fine d'ogni male, come al principio d'ogni beatitudine. Facevano tre giri intorno al Santuario, poi si toglievano le scarpe e finalmente in ginocchio entravano... Ma che vedo? Molte donne strisciano per terra e strisciano la lingua sul pavimento sino all'altare della Vergine col Bambino! Spettacolo impressionante. A un certo momento non era facile ne l' afflusso ne il deflusso di quella marea che cresceva; e dentro il Santuario non si respirava più: polvere, aria rarefatta e nauseabonda...

In giro, grandi cesti di uva d' oro o di pesche gialle, mucchi enormi di cocomeri, mastelli di lupini davano la stura alla sete e alla golosità; odor di pesce fritto e di «scapece» di Vasto stuzzicava l' appetito.

Ma la vera festa per tutti - tutti nel senso più esteso della parola - si svolgeva la sera del sabato.

Verso il tramonto, si preparava la lunga teoria della processione. Non bastava un'ora. E non bastavano altre due perché si dipanasse nelle vie principali del paese. Quella interminabile doppia fila formava con le candele come un binario acceso, e guai se in testa si fermavano: tutti dovevan fermarsi; e guai se la fila si spezzava: il capo drappello si affannava a ricongiungerla. Salmodie: «Evviva Maria, Maria evviva». «Evviva Maria e chi la creò!». «Senza Maria campar non sì può,»: si susseguivano e si accavallavano a suon di campanelli. Stendardi, torce, crocifissi, reliquie, ex voto, era un susseguirsi interminabile: sembrava provenisse dal principio dei secoli, pareva andasse incontro alla fine dei secoli.

Avevo il senso dell' infinito, del soprannaturale.

In tutti i balconi candelabri accesi, palloncini veneziani, colonne d'incenso... «Ecco la Madonna!» «Ecco la Madonna!» Allora fuoco ai lumini e ai bengala preparati nel mio balcone, e tutti in ginocchio; una grande commozione c'invadeva e c'inteneriva: sembrava si fosse posato l'Angelo sul nostro capo. Mia madre sospirava dolcemente: «Ah Madonna mia!»...

Passava la Madonna - bellissima col suo manto azzurro stellato... su mille persone serrate insieme come per una grande scorta imperiale. Poi, quando la interminabile processione era passata, un gran vuoto: un gran vuoto nella via, un gran vuoto nell'anima...

Mezzanotte!

La prima bomba dà il preavviso. Dopo qualche minuto - finalmente la tromba dà il segnale.

Tutti gli occhi si aprono, tutti son desti... Nella parte grande della piazza, verso il Castello, le impalcature delle girandole, in mezzo alle quali ci aggiravamo come in un sepolcreto durante il giorno, erano pronte a mandare luci guizzi scoppi colori... ».

mercoledì 6 aprile 2011

Laureata la giovane amica Michela Sciascia


Presso l'Università degli studi di Chieti, corso di laurea di scienze della formazione, si è brillantemente laureata la giovane ed apprezzata amica Michela Sciascia, figlia dei coniugi Giuseppe e Antonella Capraro.

La neo Laureata ha discusso la tesi "La valorizzazione della cultura Romanì e il rispetto dei diritti umani come mezzi d'integrazione sociale". Relatore il Chiar.mo prof. dott. Santino Spinelli.
Alla neo Professoressa Michela Sciascia e ad i suoi cari gli auguri più affettuosi e sinceri.

martedì 5 aprile 2011

La piazza

Mercoledì 6 aprile ore 18, 30 - Santa Messa e fiaccolata in ricordo di Maurizio Natale



Nel II anniversario della tragedia del 6 aprile a l'Aquila, ci sarà una S.Messa in ricordo di Maurizio Natale e di tutte le vittime del terremoto. A seguire si terrà una fiaccolata, partendo dalla Chiesa Parrocchiale, facendo tappa sulla tomba di Maurizio e terminando al Santuario.